Orsolini: “Quando sento parlare di me in tv, cambio canale! Sulla Juventus…”

Sulle colonne dell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport spunta un’interessante intervista a Riccardo Orsolini, obiettivo di mercato del Napoli ma soprattutto della Juventus, che sarebbe vicinissima all’acquisto del ragazzo. Ecco alcuni stralci dell’intervista:

Il primo incontro con il pallone?
«A tre anni. Papà mi ha portato nel campetto dietro casa a Rotella per farmi fare un po’ di tiri in porta. Non ho più smesso. Sono nato con il pallone fra i piedi e ci morirò anche».

Cosa ricorda dei primi passi?
«L’inizio con il Castignano. Poi a 7 anni sono entrato nel settore giovanile dell’Ascoli e ho fatto la trafila sino alla Prima squadra. A 17 anni ho debuttato in Lega Pro. Per migliorare nella fase difensiva durante gli allenamenti mi schieravano come terzino. Per fortuna in partita sono tornato all’ala. Sennò mica stavamo qua a fare l’intervista oggi…».

È vero che vuole iscriversi all’università?
«Mi piacerebbe. Mamma Cristiana e papà Paride ci tengono molto. Facoltà? Scienze Motorie potrebbe essere un’idea».

Più tosti i compiti in classe o certi difensori di B?
«Alle botte degli avversari sono abituato. Molto peggio le verifiche di matematica. Non mi entrava proprio in testa. Come canta Venditti ‘lei non sarà mai il mio mestiere’».

Da piccolo per chi tifava?
«Sempre e solo Ascoli. Da piccolo volevo giocare con la squadra della mia città. Ora vedere tanti bambini che a fine partita mi chiedono l’autografo è la gratificazione più bella. Mi sento ancora uno di loro».

Cosa è cambiato dopo la sua esplosione?
«Già dopo il debutto avevo notato come in giro e a scuola mi guardassero in modo diverso. Adesso in tanti si avvicinano e mi cercano. Prima non mi calcolavano, adesso tutti amici. Ma io gestisco la popolarità ricordando chi mi vuole bene davvero. La mia famiglia e gli amici di infanzia: loro per Riccardo ci sono sempre stati. E non perché sono Orsolini il calciatore. I vecchietti mi fermano per sapere se resto o vado. E che squadra ho scelto. Sto zitto e faccio un sorrisino da ebete. Non so cosa accadrà. Se ne occupa il mio agente Di Campli».

Nonostante i 19 anni lei è antisocial. Perché?
«Possono farti del male se ti fai condizionare e poi non mi piace stare a postare qualunque cosa ogni minuto».

Galliani le ha dedicato grandi complimenti.
«Lo ringrazio. Dopo le sue parole e le voci sul Milan ho spento il telefono per due giorni e mi sono nascosto in casa a giocare alla Playstation con il mio migliore amico Mattia». 

La chiamata più strana che ha ricevuto?
«Quella di Ausilio e Zanetti. Mi chiama un numero che non conosco la settimana dopo la doppietta al Carpi. Era Ausilio: mi fa i complimenti e mi dice “ti passo una persona”. Era Zanetti, ma non l’avevo riconosciuto. Che figuraccia. Mi ha detto “mi riconosci? Sono quello di cui stai leggendo il libro”. Ero in trance: ho iniziato a ringraziarlo senza neanche farlo parlare. Nei giorni precedenti avevo dichiarato di ritenerlo un esempio da seguire. Zanetti mi ha ringraziato e detto che mi avrebbe mandato la sua maglia autografata».

Che effetto le fa essere sulle prime pagine come uomo mercato? Adesso c’è la Juve…
«Appena sento parlare di me in tv, cambio canale. Ho staccato il telefono e quando l’ho riacceso c’erano più di 500 messaggi solo su Whatsapp che mi chiedevano se vado alla Juve».

L’11 come numero di maglia ha un significato speciale?
«Lo porto dai Giovanissimi, ma sono molto legato anche al 16. E’ stata la maglia dei debutti in Lega Pro, Under 18 e Serie B. Chi mi vuole deve avere libera una di queste maglie (risata)». 

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