Citando una definizione scolastica, il compito di Marko Rog al termine della sua prima gara dal primo minuto in azzurro potrebbe essere definito senza infamia e senza lode. Un 6 non striminzito, ma neppure abbondante. Chi si aspettava una prestazione travolgente dal talentino croato non può pienamente definirsi contento, ma le basi su cui lavorare sono davvero solidissime.
Analizziamo quindi gli aspetti positivi, e quelli meno positivi del giovane croato, nella sua prima gara dal primo minuto.
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Guardando alle personalissime statistiche del giovane croato, si può restare piacevolmente colpiti: Rog infatti si è da subito integrato nella manovra offensiva del Napoli, aiutato anche dalle folate pazze di Zielinski, ed alla calma
E poi bisogna tener conto della personalità. Gli inserimenti palla al piede, spesso di forza, come quello che ha portato al terzo gol azzurro sono segnali inequivocabili di un giocatore che ha grande forza mentale. Anche la propensione a tentare più volte il tiro, dimostra quanto il croato sia sceso in campo senza paura.
Nel breve non potrà rubare il posto ad Allan e Zielinski (attualmente anni luce avanti a Rog), ma Sarri, dal gabbiotto da cui ha assistito alla gara, dopo la partita con lo Spezia avrà una sicurezza in più in panchina, da poter utilizzare nei finali di gara e quando dovrà effettuare turn-over. Dopo la gara di andata col Real ci sarà il Chievo, provarlo dal 1′ adesso non sarà più un’eresia.
Gli aspetti negativi tuttavia sono ancora presenti: nel consueto giropalla sarriano, il talentino venuto dall’est si trova ancora molto straniato, tentando più volte passaggi semplici e senza verticalizzare quasi mai.
In una squadra che fa del centrocampo il fulcro del gioco, Rog deve ancora adattarsi nelle due fasi di gioco. Spesso infatti la squadra ha sofferto di inferiorità numerica, per il mancato ripiegamento del croato in fase difensiva, ed ha scoperto il fianco alle ripartenze spezine.
In fase d’impostazione inoltre il compito era affidato pienamente a Diawara e Zielinski, mentre Rog aspettava più alto il pallone: questo potrebbe essere la spia di un giocatore ancora non adattatosi al modulo di Sarri, ed ancora legato alla posizione che ricopriva a Zagabria (più esterno e spesso trequartista).
Il tempo per adattarsi e le qualità tecniche sono tutte dalla sua parte. Siamo certi che basterà pochissimo per veder brillare nella gioielleria Napoli l’ennesimo diamante.
Articolo modificato 11 Gen 2017 - 00:55