Reina 6: L’approccio del Pescara è superbo, gli uomini di Oddo imbrigliano il Napoli con una prestazione solida, compatta ma coraggiose. Dalle parti di Reina i pericoli, però, scarseggiano. Potenziali occasioni, tante. Palle sporche, come se piovesse. Ma i guantoni dell’estremo difensore spagnolo non si macchiano. Ordinaria amministrazione svolta con diligenza. Nella ripresa lo salva la mira di Gilardino sotto porta. Peccato per il goal incassato allo scadere.
Hysaj 5,5: L’avvio di gara del Pescara forse lo spaventa un po’ troppo. Lui reagisce con timidezza, sale pochissimo a dare una mano a Callejon e Zielinski sulla catena di destra. Dietro soffre le folate di Caprari: l’esterno del Pescara gli prende spesso il tempo per tentare lo sfondamento sulla fascia di competenza. Sembra confuso quando accompagna l’azione e quando è chiamato in causa a partecipare in fase di impostazione. Causa il rigore sul finale di partita. Ingenuo.
Albiol 6: La coppia con Tonelli è completamente inedita. Si nota soprattutto nei primi quarantacinque minuti. Il Pescara parte e forse e lui risulta confuso quando si tratta di rattoppare. La retroguardia del Napoli, nel complesso, sembra pagare l’assenza della fisicità di Koulibaly. Quando si tratta di far partire le sortite offensive dalle retrovie risulta costantemente impreciso. Cresce nella ripresa.
Tonelli 6,5: Seconda presenza di fila in campionato. Terminata la settimana da eroe e salvatore della patria, si ritorna alla realtà. Con Albiol forma una coppia mai ammirata al San Paolo. L’intesa tra i due nel primo tempo funziona poco, entrambi vengono presi d’infilata dall’approccio del Pescara. Rattoppano come possono ma difficilmente vanno in anticipo sugli avanti biancazzurri. Lui, poi, ci mette del suo: gli errori in fase di impostazione si sprecano nel piovoso pomeriggio del San Paolo. Nella ripresa cambia completamente il volto della propria partita: basta una zuccata su calcio piazzato per sbloccare una partita complicatissima. La settimana da eroe si prolunga.
Strinic 6: Gregario consumato dell’out di sinistra. La partenza di Ghoulam alla volta del Gabon l’ha liberato dall’agonia della panchina. Si dimostra affidabile anche quando non impeccabile, spinge e difende con saggezza e precisione. Bada al compitino in alcuni frangenti e in generale non aggiunge valori notevoli all’undici azzurro. Eppure svolge il suo dovere. E bene. Come un gregario da fascia sinistra. Unica macchia un retropassaggio scellerato che smarca Gilardino davanti alla porta. (Dal 86′ Maggio s.v.)
Zielinski 6: Ha eleganza e classe da vendere. L’ha già mostrata contro lo Spezia con una prestazione da migliore in campo. La gara con il Pescara ha due volti: regala alcune giocate di pregevolissima fattura e partecipa vivamente alla manovra offensiva quando è chiamato in causa. Dietro, però, lascia scoperto l’out destro prestandolo alle sortite offensive del Pescara. Sarri lo sostituisce per garantire maggiore copertura. (Dal 65′ Allan 6,5: Entra in campo con grinta ed energia, ci mette il suo nel finale di partita. Bello lo spunto con assist a Mertens, ancora di più la serpentina finale sull’out destro. Brasiliano nel sangue, malgrado le caratteristiche tecniche. Talvolta si intestardisce e tenta la percussione in modo troppo insistito).
Jorginho 6: Gara dai due volti anche per lui: inizia male, complice il pressing del Pescara e la gabbia preparata da Oddo. Non ha spazi per impostare la manovra e spesso fugge affidandosi ai retropassaggi. Gli errori di impostazione, quando tenta la giocata più audace, lo accompagnano per tutta la prima metà. Nella ripresa il doppio vantaggio azzurro scopre il Pescara e lo costringe a concedergli qualche spazio in più. Ha più libertà di manovra e la sfrutta crescendo notevolmente. Sfiora il goal con un bolide dalla distanza: Bizzarri e la traversa gli rispondono picche.
Hamsik 7: E sono 107. Storia nella storia: sorridete, tifosi azzurri, perché quello di Hamsik è un periodo che sarà tramandato. Raccontatelo ai vostri nipoti. La sua partita è tutta racchiusa nel tap-in volante da distanza ravvicinata. Nel primo tempo, comunque, si era dimostrato uno dei migliori. Splendida la finta con tiro spentosi a lato di poco. Così come sono splendidi i suoi numeri, quelli che lo vedono al terzo posto della classifica all time dei marcatori azzurri. Contro la legna dei centrocampisti del Pescara l’aiuta – e tanto – la sua classe: l’arma più preziosa.
Callejon 6: Volenteroso come consueto, una spina nel fianco per i difensori abruzzesi. Nel primo tempo porta palla più spesso del solito, i pochi pericoli nascono da suoi spunti. Porta sul groppone, però, due palle goal sciupate in modo clamoroso. Non è da lui, ed è un eufemismo. Cecchino implacabile, deve aggiustare la mira: il goal manca dal 6 dicembre. Nessun timore, però: l’uomo più utilizzato finora ha bisogno di tirare il fiato.
Mertens 6,5: 50 goal in maglia azzurra. Auguri. Eppure le premesse non erano delle migliori: trascorre il primo tempo a girovagare senza meta. L’intesa con Insigne e Callejon è, poi, grezza. L’impressione è che il goal di Tonelli abbia sbloccato tutta la squadra dal punto di vista psicologico. Lui compreso. E il goal – di questo passo – arriva. Il preludio è rappresentato da una serie di giocate sopraffine. Bella l’azione che porta alla rete, un tap-in da spingere in rete. Nel finale scappa via a Zuparic ma fallisce la possibilità di portare a due il conto dei goal.
Insigne 6: Si dimostra in palla. Lo è, effettivamente. Certo, nel primo tempo compie qualche scelta opinabile. Cresce tanto nella ripresa, dove la giocata gli riesce con più frequenza. Gli manca il goal: lo cerca con una conclusione dalla distanza, ma Bizzarri alza la palla sopra la traversa. Lo desidera dopo una serpentina in area di rigore, ma il portiere argentino gli sbarra nuovamente la strada. Prestazione non memorabile ma sufficiente. (Dall’80’ Giaccherini s.v.)
Sarri 6: Il Pescara di Oddo lo imbriglia nel primo tempo con una partenza arrembante e senza timori. La sua squadra sembra scarica, spenta, insoddisfacente – per molti versi. Nel secondo tempo cambia musica: trova il goal su calcio piazzato, merito del suo lavoro su quello che – in passato – aveva rappresentato un punto debole per il Napoli. Nel finale gli azzurri vanno in scioltezza, sfiorano a più riprese la goleada. Unica macchia la fase difensiva: il clean sheet manca anche oggi. Sono 9 i goal subiti in 5 partite. Proprio lui non può esserne soddisfatto.