Uno dei tanti leitmotiv che contraddistinguono il ritmo e la quotidianità di Napoli è la musica. Non è un segreto che in terra partenopea la musica ricopra un ruolo fondamentale nella storia. Grandi artisti si sono formati all’ombra del Vesuvio, prima di prendere poi il volo esportando quella napoletanità verace e sentita in tutto il mondo, tratto distintivo dell’anima.
Poi c’è chi, seguendo le orme dei grandi, prova a formarsi e ad emergere nel mondo della musica contemporanea, fatta di provini e talent, strade chiuse da aprire e un futuro tutto da costruire. Rientra, tra questi, anche Andrea D’Alessio, giovane artista napoletano che i più ricorderanno per la sua partecipazione a X Factor 7, popolare format di casa Sky, ma anche per il suo stile unico ed originale di reinventare canzoni e suoni, in un mix tra vecchio e nuovo che ha riscosso parecchi consensi: “Il mio rapporto con la musica è di amore ed odio – racconta Andrea in esclusiva ai nostri microfoni – spesso quando non puoi arrivare a qualcosa tendi ad odiarla, per me è così. Ma attraverso un viaggio di passione ed istinto, riesco ad arrivare alla sua essenza ed è lì che provo solo amore. Amo il soul, la musica gospel e quella R&B!
Poi l’essere napoletano, che incide sulla sua musica: “Incide sì! Non da un punto di vista di esposizione lirica, ma se pensiamo a quanto storicamente c’è stato a livello musicale qui a Napoli, è praticamente impossibile non restarne influenzati e rimanerne assuefatti”.
Poi la partecipazione ad X-Factor, nel 2013, il palcoscenico che forse gli ha dato maggior visibilità finora: “Non mi sono mai pentito di questa scelta, oggi forse non starei qui a parlare di musica. Il programma mi ha dato visibilità e l’occasione per capire che la musica potesse essere veramente il mio percorso di vita. Possiamo definirl auna scorciatoia, ma nel mio caso è un punto di partenza. Il mondo del calcio è simile a quello dei talent, ma visceralmente diverso: il percorso di un calciatore che punta al traguardo mi sembra più puro di quello di un cantante!”.
Musica a Napoli significa, irrimediabilmente, Pino Daniele, di cui lo scorso quattro gennaio si è celebrato il ricordo due anni dopo la morte: “Il cantante, restando in terra italiana, che preferisco è proprio lui, un artista vero, sincero, come la sua musica. Riusciva a portare nelle sue canzoni la vita di tutti. Amavo e amo ancora profondamente il suo essere musicalmente “nero”, il suo sound, il suo blues, la sua poesia”.
Inevitabilmente, poi, qualche parola sul Napoli, su Sarri, un allenatore per molti versi controcorrente: “Sarri mi piace molto! Rappresenta un modo un po’ diverso e molto “fresco” di agire in un contesto sportivo. Quello che importa è arrivare ai suoi ragazzi, e a mio giudizio questo lo fa con estrema chiarezza e passione!”
Una canzone che descriva, oggi, gli azzurri? “Più che una canzone estrapolerei un pezzo di “Tutta ‘nata storia” di Pino Daniele, che credo possa riferirsi non solo a quanto accaduto con Higuain”.
I’ nun vogl’ jì
America, pecchè nun vonno capì
st’America e si fosse pè me
jesse annanze pè vedè
e Aggiungerei “ Oggi, tutt n’ata storia.
Per concludere un pensiero alla doppia sfida contro il Real: “Con questo Napoli si può arrivare ovunque, confido tantissimo nel San Paolo, dove potremo dare tanto. Il Real Madrid è una delle squadre più forti al mondo, ma il Napoli in questo periodo è in ottima forma. La canzone che scelgo come base per un promo è uno dei classici: “Seven Nation Army” dei White Stripes”.
A cura di Gennaro Donnarumma.