Che belle le sorprese. Riportano un po’ alla condizione di bambini, fanno sorridere e rianimano le giornate. Quella dei ragazzi agli ordini di Sarri, a Castel Volturno, è stata scossa in modo abbastanza netto. Diego Maradona è arrivato nel pomeriggio al centro tecnico scortato da un convoglio di due vetture. I vetri scuri hanno impedito ai tifosi accorsi di salutare il proprio idolo (l’unica nota negativa della visita), eppure quanto successo all’interno delle mura di Castel Volturno merita di essere raccontato: Diego ha salutato i calciatori, ha abbracciato Sarri e, in definitiva, ha portato tanto buonumore all’interno dello spogliatoio. Gioia genuina, quella dipinta sul volto dei ragazzi. Jorginho ed Allan hanno postato il loro selfie sui social in tempi record, gli altri si sono limitati ad un abbraccio sincero.
L’annuncio più importante, però, è arrivato dal profilo twitter del Napoli: Diego Maradona ha accettato l’invito di De Laurentiis e sarà al Bernabeu, il 15 febbraio, al seguito della squadra. Una notizia tanto sorprendente quanto positiva. Ai calciatori brillavano gli occhi a Castel Volturno: immaginate la carica emotiva e psicologica che può infondere Diego al Bernabeu, su ben altro palcoscenico! Al di là delle motivazioni Maradoniane, a sorprendere è un aspetto su tutti: sia D10s che il patron hanno rispettato la parola data. Il ruolo di accompagnatore-motivatore sembra essere soltanto il preludio ad una collaborazione ben più ampia. Un ruolo dirigenziale? Forse, ma è presto per correre con la mente.
Qualcosa, però, evidentemente bolle in pentola. La presenza di Diego a Madrid e il suo accostamento al nome del Napoli (quello attuale) può giovare ad entrambi. Alla squadra e a De Laurentiis, che arriveranno a Madrid preceduti dalla reputazione del più forte calciatore del mondo. E quindi meno “sconosciuti”, di conseguenza. Gioverebbe, però, anche a Maradona: sarebbe il modo migliore per rialzare la testa dopo le esperienze non del tutto positive in panchina. Gli ultimi giorni sono stati particolarmente proficui per lui: Napoli s’è immobilizzata, l’ha accolto da re ed è pronta a rifarlo in ogni circostanza. Soprattutto, è l’unica città che dimentica ogni giorno i suoi eccessi da uomo. Il binomio Maradona-Napoli, in definitiva, funziona.
E funzionerebbe ancora di più se Diego fosse coinvolto maggiormente nelle logiche del Napoli. Quelle finanziarie, in primis: De Laurentiis potrebbe espandere i mercati della sua squadra oltreoceano e negli Emirati, dove il nome di Diego ha molto successo. In ambito sportivo, poi, Hamsik e compagni riscuoterebbero molto più credito. Sarebbero, per dirla in modo semplice, più conosciuti.
E il ruolo dirigenziale? Quello potrebbe nascondere più insidie del previsto. Da queste parti si è spesso lamentata l’assenza di una figura dirigenziale forte, che possa prendere le parti della squadra quando penalizzata o attaccata. Che possa, soprattutto, rappresentarla con il suo senso d’appartenenza. Il ruolo di Zanetti all’Inter, ad esempio. O la Juventus rappresentata da Pavel Nedved.
Pro e contro: Maradona può ricoprire questa figura? Sì, perché risponde a diversi requisiti. Diego è una personalità influente nel mondo del calcio, è legato a Napoli ed ha la giusta dose d’esperienza maturata sui campi di pallone. No, perché l’uomo, scisso dal calciatore, ha commesso qualche errore. In qualità di figura istituzionale Maradona risulterebbe attaccabile per il proprio passato. Specialmente per i problemi irrisolti con il fisco.
Ambasciatore sì. Dirigente, per ora, no. Questi però sono ragionamenti che vanno ben oltre il futuro prossimo. Ma, fortunatamente, si sganciano dal passato cui la Napoli del pallone è rimasta troppo affezionata (eufemismo). Ragionare in ottica futura è il primo passo per costruire. Chi l’avrebbe detto che proprio Maradona avrebbe aiutato Napoli e il Napoli a superare… beh, Maradona?
Vittorio Perrone
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