Ci sono giocatori che a prescindere dagli allenatori, dai moduli e da tutte le considerazioni tattiche possibili sono insostituibili. Gente che quando scende in campo lotta, sgomita e gestisce diligentemente le situazioni di gioco: José Callejon è questo e tanto e altro. Lo spagnolo è in grado di abbinare doti offensive fuori dal comune con tempi di inserimento perfetti ed uno spirito di sacrificio per la squadra che risulta essere sempre fondamentale. Contro la Fiorentina è stato ancora una volta protagonista; del resto i numeri di quest’anno parlano chiaro.
Doppia Doppia 
Oltre a regalare il passaggio alla semifinale, la rete di ieri sera consente allo spagnolo di segnare anche in Coppa Italia; l’unica competizione che gli mancava. In totale sono 10 le reti in stagione, divise tra campionato, Champions League e per ultima proprio la Coppa. Numeri normali penserete? Non proprio. Perché a questi vanno aggiunti anche gli 11 assist stagionali che lo portano in doppia cifra in entrambi i campi. E se ancora non vi siete sbalorditi è semplicemente perché non avete fatto una piccola considerazione: siamo non appena a gennaio! Quindi questi dati potrebbero crescere ed arricchirsi fino ad assumere dimensioni stratosferiche. Considerando che lo spagnolo è sempre sceso in campo da inizio stagione è un’ipotesi tutt’altro che impossibile.
Cosa celano i numeri?
In realtà i numeri sono solo un lato della medaglia. Poiché se da una parte testimoniano l’impatto devastante, dall’altra ci sono dei dettagli che non vanno trascurati; anzi dei veri e propri fattori indiscutibili. Innanzitutto quella voglia di combattere su ogni pallone, senza mai essere falloso e senza mai strafare. Sì perché José è soprattutto uno che in mezzo al campo ragiona – con e senza palla – e legge le situazioni di gioco prima che possano verificarsi. Per questo sa sempre come affondare il colpo, come eludere il difensore di turno e come saltare la linea difensiva; lui i match li analizza con sagacia. E poi quante volte capita di vederlo tornare per recuperare i palloni e coprire il terzino? E’ un difensore aggiunto, capace di saper difendere ed allo stesso tempo ripartire. Anche per questo José Mourinho ai tempi di Madrid aveva un debole per lui, e così Sarri e Benitez che nello scacchiere azzurro mai minimamente hanno pensato di escluderlo.
Un’altra prova di forza, manco ce ne fosse bisogno. Ma il calcio moderno sembra proprio abbia trovato il suo emblema; leggerino, con tanta voglia di fare e dannatamente forte.