In quest’anno e mezzo da direttore sportivo del Napoli, Cristiano Giuntoli ha sicuramente parlato poco, ma lavorato tanto. E i fatti, i risultati – in termini economici e sportivi – danno ragione all’ex d.s. del Carpi. Così come danno ragione anche a De Laurentiis, bravo a puntare su gran lavoratore, esperto di tutte le categorie minori, ma che poteva mostrare limiti in prospettiva di mercato internazionale a cui un grande club come il Napoli si rivolge.
E invece no, Giuntoli ha saputo lavorare sotto ogni aspetto in modo eccellente. Ha snellito la rosa, cedendo – in prestito o a titolo definitivo – una serie di calciatori che non rientravano più nei piani tecnico-tattici del club partenopeo. Qualche nome? David Lopez, El Kaddouri, Henrique, Dumitru, Zuniga, De Guzman, Andujar.
Il capolavoro, ovviamente, resta la cessione di Gabbiadini al Southampton per 20 milioni complessivi (compresi di bonus). Un calciatore che sotto la guida tecnica di Sarri ha calcato il campo non così spesso, nonostante la media realizzativa altissima. Eppure, il d.s. azzurro ha saputo cedere l’attaccante ex Sampdoria per una cifra che, rapportato all’impiego del ragazzo, non si allontana di troppo da quella proposta dal Wolfsburg esattamente un anno fa. Un lavoro perfetto, lasciando tutti felici e contenti.
Certo, qualche errore è stato commesso. Alcuni acquisti non sono andati proprio come dovevano. Grassi non ha mai brillato, colpa anche di un infortunio sùbito dopo l’arrivo in azzurro. Gnahoré acquistato e ceduto (anche se solo in prestito, al Carpi prima, al Perugia poi) senza aver mai indossato la maglia azzurra. Regini passato inosservato. Ma solo chi non lavora non sbaglia.
Il bilancio, quindi, è assolutamente positivo. Con Giuntoli anche il Napoli è cambiato. E questo – ne va dato atto – è anche un merito di De Laurentiis.
Salvatore Nappo
Articolo modificato 1 Feb 2017 - 10:20