Sebastiano Luperto, ex Primavera del Napoli e attualmente difensore della Pro Vercelli, ha raccontato, ai taccuini di Gonfialarete.com, la sua esperienza in serie cadetta e anche dei suoi trascorsi a Castel Volturno, sotto la guida sapiente di Maurizio Sarri, svelandone alcuni particolari:
Iniziamo dalla tua stagione alla Pro Vercelli: giusto il tempo dell’inserimento, poi non sei praticamente più uscito dall’11 titolare: te lo aspettavi alla tua prima stagione da professionista?
“No, sinceramente non me l’aspettavo, però era quello che dovevo riuscire a fare: ciò che mi ero prefissato fin dall’inizio. Speriamo di raggiungere questa salvezza, la classifica è molto corta e credo si deciderà tutto alla fine”.
Ma è veramente così complesso imparare a stare nella famigerata ‘linea’ di Sarri? E soprattutto, perchè?
“Si, è complicato. Devi avere lo stesso tempo dei tuoi compagni di difesa e devi stare attento perché anche 10 centimetri o mezzo secondo possono fare la differenza. Bisogna che tutti e quattro abbiano le stesse idee in base alla situazione di gioco che si sta sviluppando: quando stare sulla palla, quando invece ‘scappare’ e nel farlo devi essere sempre in sincronia con gli altri tre”.
In una recente intervista Antonio Conte raccontò che il suo passaggio da Lecce a Torino fu tremendo dal punto di vista dell’adattamento, soprattutto climatico. Hai vissuto anche tu qualcosa di simile?
“Posso confermare, assolutamente (ride, ndr). Vivendo prima a Lecce e poi a Napoli… è un altro mondo, non c’entra proprio niente con quelle che erano le mie abitudini. Vercelli è una città tranquillissima e si sta veramente bene, però l’aspetto climatico è duro, meglio non parlarne (ride ancora). Anche se mi dicono che quest’anno rispetto al solito c’è stato molto più sole… pensa un po’ gli altri anni!”
Sei subito stato convinto che per te Napoli sarebbe stata la scelta giusta?
“Avevo varie richieste. Scelsi il Napoli anche perché a differenza delle altre squadre che mi volevano all’epoca (stagione 2013/2014) faceva la Youth League, la Champions dei giovani. Un club importante ed in continua crescita, non è stato difficile scegliere”.
Cosa ricordi dell’esordio in serie A con il Milan?
“Fu molto emozionante. Sul 3-0 il preparatore di Benitez mi chiama e mi dice ‘hai 5 minuti di tempo per prepararti e poi entri’, feci il riscaldamento a mille (sorride, ndr), ero carichissimo ed entrai molto determinato, con la faccia cattiva. Fu un’emozione bellissima poi quando toccai il primo pallone e tutto lo stadio mi dedico un grande applauso… fu veramente molto bello”.
L’anno scorso invece ti sentivi più consapevole, forse eri già pronto per giocare e la primavera ti stava un po’ stretta… “
Invece è stato un anno molto importante, che mi è servito veramente tantissimo. Dall’anno scorso mi sento molto migliorato grazie al lavoro svolto con Mister Sarri. Con un allenatore così, un difensore è impossibile che non migliori”.
Cos’hai trovato di diverso nel lavorare con Sarri rispetto al farlo con Benitez? Entrambi ti hanno lanciato ed hanno avuto fiducia in te…
“Sicuramente ringrazio entrambi per aver avuto fiducia in me. Poi, sai, ogni allenatore ti dà qualcosa di diverso. Ognuno con il suo metodo. Sarri mi ha dato qualcosa in più dal punto di vista tattico, mi ha migliorato tantissimo sotto questo aspetto. Lui lavora molto sulla fase difensiva, un po’ di più di Benitez”.
Articolo modificato 1 Feb 2017 - 18:50