Un impatto da craque, puro. Garra e voglia di emergere. Undici squilli come presentazione, l’Italia nel destino e un cognome pesante, forse, ma che tratteggia fino in fondo le caratteristiche preminenti di Giovanni Simeone: carattere e abnegazione.
L’intuzione di Enrico Preziosi, che l’ha strappato al River e l’ha portato lì, nel Paese dove il padre, Diego, si consacrò al calcio che conta. Le ombre del figlio di… scacciate al primo taglio a bruciare la linea avversaria: un lampo a Marassi contro il Pescara, senza più fermarsi. Nueve nella sua piena accezione, costante assillo in area di rigore. Fisico e tecnica, tempi e istinto da delantero argentino, classico, sferzato dalla pampa. E una voglia di migliorarsi costante, che non conosce sosta. Gara dopo gara, allenamento dopo allenamento.
Dieci reti in Serie A ed uno squillo in Coppa Italia, ventuno anni all’anagrafe e un futuro che strilla, fortissimo, nei timpani dei migliori club. Tanta Spagna alla sua corte: dal Villarreal al Siviglia. Un manifesto impresso sotto gli occhi delle big italiane, che di certo non restano a guardare. Non lo fa il Napoli, che da tempo ha posato gli occhi sul giocatore, così come l’Inter, pronta in estate all’investimento che affianchi a Mauro Icardi un altro centravanti di spessore. Questi, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, i due club che maggiormente hanno drizzato le antenne in direzione Genova.
Le parole del patron genoano: “Siccome è molto bravo palla a terra, lo vedrei bene negli schemi di Sarri” a metà tra indizio e ammissione. Giuntoli stravede per il giocatore, ed il profilo stuzzica lo stesso Sarri. Solo accenni, del resto in avanti il reparto azzurro è a dir poco al completo. I rapporti con i rossoblù certificati, ma la valutazione del Cholito è destinata a crescere, ancora e ancora. Trenta milioni di base d’asta, con la concreta possibilità, comunque, che questa non sia l’ultima stagione sotto la Lanterna. Consacrarsi per poi spiccare il volo, occhi fissi su Simeone.
Edoardo Brancaccio