Piotr Zielinski: il centrocampista del futuro. Niente di più, niente di meno. Centrocampista del futuro del Napoli; centrocampista del futuro del calcio internazionale. Centrocampista “pensante” direbbero quelli bravi: uno che in campo non gioca a caso, ma utilizza il pensiero per scegliere sempre la soluzione giusta. Una macchina di tecnica, tattica, fisicità.
Anche contro il Bologna, soprattutto contro il Bologna, l’ex Empoli mette in mostra tutte le qualità del suo repertorio. “Strappa” continuamente tra i reparti degli emiliani, guidando il pallone come una furia ma, allo stesso tempo, deliziando tutti con tocchi di palla rapidi e continui: un passo – un tocco. Calcio puro.
Ogni ricezione è, in pratica, una finta e un dribbling. Sposta la palla mille volte, ubriacando avversari e qualche volta anche i compagni. Legge il calcio sempre con un attimo di anticipo, ha una mente situazionale, una dinamicità impressionante.
Ci si può sbilanciare dicendo che ne è valsa la pena aspettarlo per tutta l’estate. Quando sembrava a un passo dal Liverpool. Quando sembrava chiaro che non volesse venire a Napoli. Quando un po’ tutti abbiamo pensato la stessa cosa: “Non vuoi venire? Ce ne faremo una ragione”. Menomale che non abbiamo dovuto.
Decisivo come pochi in campo, Piotr Zielinski contro il Bologna ha deliziato la platea azzurra ma anche rossoblù – forse troppo impegnata a insultare e a “cantare” cori discriminatori nei confronti di Diawara e dei napoletani – del Dall’Ara. Due perle consegnate ai piedi di Insigne, prima, e Mertens, poi. E mica finisce qui? Quarantatré palloni toccati con una precisione del 76%. Numeri pazzeschi, da centrocampista completo e di rendimento. Una perla portata a casa – in estate – per 15 milioni di euro. E ora – c’è da scommetterci – vale perlomeno il doppio di questa cifra.
Ah, non va dimenticato che contro i rossoblù disputa una gara in fase di non possesso da far girare la testa. Se serve qualche numero, bastano i tre intercetti: a sottolineare le capacità tattiche di questo immenso calciatore. Non insegue l’avversario, ma lo costringe a sbagliare. Questo è calcio, questo è Piotr Zielinski.
Salvatore Nappo