L’avvio di gara poteva celare qualche insidia di troppo per il Napoli. Già, perché il Genoa, la sua partita, l’ha svolta con diligenza e precisione certosina. 25 minuti d’altissimo profilo e intensità per i ragazzi di Juric. Bravi a chiudere gli spazi e a tenere la palla, sottraendo al Napoli la sua linfa vitale. Epperò il meccanismo di Sarri trova il proprio carburante in una vita alternativa: i campioni.
E Dries Mertens, dall’alto delle sue capacità innate, appartiene a questa categoria. Il momento che questo piccolo e folle belga vive è il migliore della sua carriera. Da Re Mida: tocca la palla ed essa, come per magia, si trasforma in oro puro. Parte in sordina, certo, ma la sua prestazione è un continuo crescendo di emozioni. Bravo il Genoa a imbrigliarlo. Il tempo di carburare, però, e poi si torna a girare ai ritmi di sempre.
In avvio di ripresa, ad esempio. Dries sente che è il momento di cambiare la partita. Cambia passo, travolge come un uragano la retroguardia del Genoa. Emicrania generale all’interno della difesa di Juric. Il goal di Zielinski è un mancino chirurgico che non lascia scampo a Lamanna, ma ha la sua origine nella giocata di fino di Mertens. Finta e contro-finta, cross teso allontanato. Il resto, beh, è storia già nota.
Eppure Dries non si placa, ha ingranato ed ora vuol far avvertire la sua presenza. All’avversario metaforico che in campo al San Paolo non c’è: è il Real, che al piccolo grande Mertens non fa paura. Lo dimostrano le giocate contro il Genoa: è bello da vedere, quanto punta, salta e inventa. Talvolta si specchia nella sua bellezza in modo narcisistico. Il tacco per imbeccare Ghoulam è splendido ma superfluo.
Ormai Dries ha imparato a convivere con la gioia del goal, avverte la rete come l’atto supremo di realizzazione calcistica. Come un centravanti navigato, ormai. Cerca la marcatura con insistenza: si smarca, riceve da Hamsik, fallisce l’aggancio, ritrova la palla, trova il numero su due avversari e si spalanca la porta. Il risultato, però, è una parata di Lamanna con conseguente richiamo di Giaccherini appostato da solo al centro dell’area.
Giack, però, può stare tranquillo: al 68′ il guizzo è giusto. Dries supera ancora un avversario e gli serve un cioccolatino già scartato. Solo da gustare. Ed Emanuele, che ha dovuto attendere a lungo per una chance, ringrazia e non rifiuta.
Marcatore ma anche assist-man. La poliedricità di Dries Mertens, che, per noi di SpazioNapoli, è il migliore in campo di Napoli-Genoa. Aspettando il Real…