Reina 6: L’inizio prorompente del Genoa è da bocca spalancata. Difficile attendersi un undici così arrembante. Eppure i guantoni di Reina al termine del primo tempo restano immacolati. Sì, Laxalt e Palladino tentano qualche sortita, così come Simeone in una circostanza. Eppure, di brividi, se ne vedono pochi dalle parte dello spagnolo. Che, nell’ordinaria amministrazione, se la cava con diligenza. Nota più che positiva: mantiene la porta inviolata, in campionato non accadeva dall’11 dicembre (Cagliari-Napoli).
Maggio 7: Il Genoa disputa una prima mezzora di fuoco e lui ne resta scottato. Perché i rossoblu spingono a sinistra, tra Palladino e Laxalt. Lui sbanda in qualche uscita, chiamando Albiol a rattoppare. Poi prende le misure, sale in cattedra e stravolge il suo destino. Perché, in fondo, la miglior difesa è l’attacco. Lui spinge, si rende protagonista di due-tre sortite offensive niente male. Dietro crescono le certezze: mette una pezza in una situazione di contropiede del Genoa. Nella ripresa soffre zero: ottima iniezione di fiducia. Jolly diligente e certosino, sa come farsi trovare pronto malgrado l’inoperosità.
Albiol 6: Fa il suo dovere malgrado l’avvio prorompente del Genoa. Simeone ha l’unico sprazzo d’aria quando offende dal lato di Koulibaly. Dal canto suo ha da difendere qualche uscita sballata di Maggio e rattoppare in un paio di situazione. Poi il Genoa abbassa il baricentro e lui prende le misure. Senza, però, brillare quando si tratta di impostare con la palla tra i piedi.
Koulibaly 6: Il rientro post Coppa d’Africa è tanto atteso quanto difficile. Perché il Genoa c’è, mette in apprensione il Napoli con un palleggio spavaldo e il presidio dei trenta metri difensivi azzurri. Kalidou soffre quando Simeone attacca la profondità e gli prende il tempo fino ad arrivare a calciare. Non benissimo. Poi prende le misure e cresce, affacciandosi anche in avanti: il suo tentativo acrobatico termina a lato. Nella ripresa il Genoa si affaccia pochissimo e lui si gode lo scorrere dei minuti.
Ghoulam 6,5: Parte in sordina eppure non soffre. Spinge con il freno a mano tirato senza riuscire a combinare con Hamsik e Insigne. Le linee di passaggio nella prima mezzora sono otturate dalla saggezza degli uomini di Juric. Riesce comunque ad arrivare, specie nel finale del primo tempo, più volte al cross.
Zielinski 7: In avvio soffre il Genoa, che tra centro-sinistra e lato mancino detiene il monopolio del palleggio. Poi cresce, cerca e trova la giocata per fare superiorità numerica. Conclude la prima frazione con un inserimento che gli lascia un urlo strozzato in gola: Burdisso lo anticipa sul più bello. Il lieto fine, però, arriva ad inizio ripresa. Palla sporca, rimpallata al limite dell’area: mancino che trafigge Lamanna. Urlo liberatorio in un momento di difficoltà.
Diawara 6,5: C’è una sottile linea che marca una differenza netta. Si tratta di un abisso, segna un cambiamento netto e repentino. In quindici minuti di intervallo. C’è una linea di confine che segna una crescita dell’intero Napoli. Prima in difficoltà sul palleggio e il pressing dell’avversario, poi disinvolto e vincente. Compreso Diawara, impreciso nei primi 45 ma dittatoriale dalla ripresa in poi.
Hamsik 6: Luci e ombre in una prestazione più difficile del previsto. Il pressing di Juric è volto a chiudere le linee di passaggio, quelle che lui sa sfruttare come pochi per combinare con il resto della catena di sinistra. Va a sprazzi: meriti all’organizzazione rossoblu. Piazza la giocata a tratti, la luce s’accende lampeggiando. Non brilla come al solito, ma non c’è motivo di preoccuparsi. (Dal 75′ Allan 6: Entra bene in gara: mette grinta, determinazione e voglia di fare al servizio della squadra).
Giaccherini 6,5: L’esordio dal primo in campionato è un giorno tanto atteso quanto speciale. Ha voglia di fare, tanta, e la mostra fin da principio. Anche nel miglior momento del Genoa, quando i rossoblu spingono e il Napoli non sa come ripartire. Lui è lì, mette grinta, volontà e dedizione. E ci prova in più circostanze. Bene, benissimo con il goal. Meriti a Mertens, che semina il panico e gli serve un cioccolatino già scartato. Due su due da titolare (ricordate il goal allo Spezia). (Dal 74′ Rog 6: Entra con foga, grinta e determinazione. Rimedia un giallo per eccesso di agonismo ma convince per spirito e intraprendenza).
Mertens 7: “Vuoi più bene a mamma o papà?” è una delle domande più difficili da porre a un bambino. Sarri ha un tarlo nella sua testa, un dubbio amletico. Perché Dries Mertens è in un momento magico: come lo si sposta? E come si sfrutta il suo potenziale abbinato agli innesti Pavoletti e Milik? Già, bel quesito. Noi non vorremmo essere nei panni del mister. La partita di Dries ha diverse facce e personalità. Parte con il freno a mano tirato, poi sprinta. Illumina e a volte si specchia in modo narcisistico. Però è bello da vedere, quando punta e dribbla. Da una giocata sublime nasce il goal di Zielinski, da un’altra altrettanto bella genera una palla goal clamorosa. Poi va via e serve a Giaccherini la rete del raddoppio su di un piatto d’argento. (Dal 78′ Pavoletti s.v.)
Insigne 6,5: Il suo destro all’incrocio dei pali, sul finire del primo tempo, meriterebbe di più. Suona la carica con quella conclusione e con un’incursione che termina a lato. Fa fatica ad ingranare ma quando trova il passo giusto mette in difficoltà la retroguardia del Genoa. Tenta la sua classica giocata: finta e tiro a giro che Lamanna respinge. Dà l’impressione di poter essere pericoloso in ogni circostanza. Anche per lui l’intervallo funge da spartiacque e cambia le sorti della sua prestazione.
Sarri 6,5: Juric lo imbriglia con un pressing asfissiante e un palleggio che sottrae al Napoli le proprie certezze. Nel primo tempo, ai punti, meriterebbe il Genoa senza dubbio. Ma i campioni appartengono a un’altra categoria. Due guizzi di Mertens (che fa parte di quella categoria) creano due gioielli: splendida la conclusione di Zielinski, cinico l’inserimento con tap-in di Giaccherini. E poi la porta inviolata, che in campionato mancava da Cagliari-Napoli (11 dicembre).