Il ricordo di Carmelo Imbriani nell’iniziativa del fratello Gianpaolo: “Sognava un calcio diverso, mi auguro che la sua immagine diventi un simbolo”

Due fratelli girano il mondo abbracciati. La loro storia tocca il cuore, è quella di un abbraccio metaforico che sancisce un legame indissolubile. Il rapporto fra due fratelli è speciale, è un qualcosa difficilmente celebrabile con la sola forza della parola. E quando uno dei due lascia anzitempo questa vita, continua ad esistere nel cuore dell’altro. No, non si può spiegare razionalizzando il tutto, portandolo al livello della ragione umana. Va ben oltre. Carmelo Imbriani se n’è andato il 15 febbraio di quattro anni fa e ieri avrebbe compiuto 41 anni. La sua lotta contro il linfoma di Hodgkin è durata un anno e mezzo: “Non credo ci siano molte scelte quando ti dicono che hai un tumore. Ti spezza le gambe, poi ti rialzi per affrontarla – sostiene Gianpaolo Imbriani, fratello di Carmelo, ai nostri taccuini – Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo come lo ha fatto lui! Ma la malattia ha avuto la meglio”. 

CARMELO IMBRIANI NEL MONDO

Carmelo Imbriani s’è affacciato al mondo dei professionisti grazie al Napoli (1993-96). Una carriera trascorsa perlopiù tra Calabria e Campania. Napoli, sì, ma anche Benevento, dove Carmelo è nato ed ha lasciato un pezzo di cuore. La malattia l’ha trascinato giù e l’ha sottratto all’affetto dei suoi cari e degli amanti del calcio. La sua dipartita, però, non è stata vana: da ImbrianiNonMollare, la campagna sorta per aiutare l’ex calciatore, il fratello Gianpaolo ha lanciato un’iniziativa altrettanto straordinaria.

ImbrianiNonMollare nel mondo è la storia di un patto nato in un letto d’ospedale. I protagonisti? Due fratelli, Carmelo e Gianpaolo. Il secondo, ora, si preoccupa di portare in giro per il mondo due immagini: l’esultanza celebre di Carmelo e un’opera di Keith Haring che raffigura l’abbraccio tra due persone: “Mio fratello sognava un calcio diverso, aveva un’idea di sport che ha fatto fatica a trovare nel mondo del calcio e, probabilmente, la cosa che lo ha più riempito di orgoglio nella sua carriera è stata quando, dall’ ospedale, ha letto su un giornale che tifoserie avversarie si erano unite nello stesso messaggio per lui: “Imbriani Non Mollare”. Un uomo può lasciare un segno importante anche senza segnare in una finale”. 

Il marchio dell’iniziativa ImbrianiNonMollare nel mondo

L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro:  “Trasmettere ai bambini i valori di Carmelo. Tra 10 anni magari sapremo che alcuni di loro sono cresciuti con gli insegnamenti trasmessi da Carmelo Imbriani. Mi auguro che l’immagine della sua esultanza possa diventare simbolo di questi valori e che sia testimone in eventi, attività benefiche e incontri nelle scuole”. Un’iniziativa nobile che ha attecchito in tutto il mondo: l’immagine di Carmelo e l’opera di Keith Hering hanno fatto il giro del globo, fino ad arrivare in Sud America e in Oceania. “Quell’opera di Keith Haring l’ho tatuata pochi mesi prima di perdere mio fratello. Adesso viaggia con me e in ogni paese che attraverso non perdo occasione per scattare una foto con quelle 2 immagini. E’un modo per raccontare il viaggio di 2 fratelli che girano il mondo abbracciati!”

IL RICORDO DI CARMELO IMBRIANI

Il legame tra due fratelli è indissolubile, persiste malgrado la distanza e le avversità: “I ricordi più belli che ho di mio fratello sono sicuramente legati all’infanzia perché poi quando ha lasciato casa per trasferirsi a Napoli all’eta’di 13 anni ha cominciato a crescere velocemente. Molte volte si è sentito più come figura di padre che di fratello nei confronti di me e mia sorella. In ogni modo se dovessi ricordarne uno ricorderei una chiacchierata avuta con lui quando avevo più o meno 15 anni. Mi disse: ‘Ti sei mai chiesto cosa ti spinge a restare in campo anche se sta diluviando e la partita è una di quelle giocate senza arbitro? La passione! Ma se poi crescendo ti rendi conto che quella partita invece nemmeno la organizzeresti più, perché c’è freddo ed è meglio non prendere un raffreddore, non perdere tempo su quella strada'”. 

La mappa dei luoghi in cui ha attecchito l’iniziativa di ImbrianiNonMollare nel mondo

Storia di passione. Di grinta, di volontà, di determinazione. Prima e dopo la malattia. E, soprattutto, storia di famiglia, di legami. “Un altro pensiero che adesso mi fa sorridere – ricorda Gianpaolo – è quando penso che una volta mi ha svegliato di notte dopo essere tornato da una partita a Firenze. Come ogni domenica mi portava una maglia della squadra che aveva affrontato e questa volta giocava contro la Fiorentina e sapeva che il mio idolo era Rui Costa! Mi sveglia per chiedermi “indovina la maglia che ti ho preso?” Non avevo dubbi! Finalmente avevo la maglia del mio idolo. “La maglia di Batistuta!” Ci sono rimasto malissimo, ma se ci penso adesso ancora sorrido”.

 Tra pochi giorni cadrà il quarto anniversario dalla scomparsa di Carmelo. Era il 15 febbraio. Toh, proprio il giorno in cui il Napoli sarà di scena al Bernabeu. La domanda sorge spontanea: cosa potrebbe fare la società per ricordare e celebrare a dovere Imbriani? “Non mi permetterei di chiedere niente alla società ma mi auguro che prima o poi possano ricordarlo in qualche modo. Sarei felice che lo ricordassero i tifosi come hanno fatto tante volte in curva. E sono certo che non perderà occasione per farlo il dottor De Nicola, medico sociale del Napoli, che per mio fratello rappresentava un padre”. 

E per il Napoli, probabilmente, Carmelo rappresentava un figlio. Figlio di un calcio che sognava diverso e che il fratello, attraverso il suo ricordo, sta provando a cambiare.

Vittorio Perrone
RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

Home » Notizie Napoli Calcio » Interviste » Il ricordo di Carmelo Imbriani nell'iniziativa del fratello Gianpaolo: "Sognava un calcio diverso, mi auguro che la sua immagine diventi un simbolo"

Gestione cookie