Nella bolgia del Bernabeu, nel crollo di Madrid brilla una stella. Amadou Diawara. Il centrocampista guineano, dopo i primi minuti in difficoltà, ha messo in campo tutta la sua personalità da “trentanovenne” in ogni fase di gioco. L’ex Bologna non si è lasciato intimorire dall’avversario di prestigio né da uno stadio ricco di storia – per dirla alla Sarri.
Questo post in breve
I primi minuti non sono semplici, per Diawara e la squadra. Il Real pressa e attacca come una furia e gli azzurri faticano a trovare rapidamente le contromosse. Il numero 42 azzurro stenta a trovare i ritmi giusti nella gestione del pallone, poco aiutato da un Zielinski in totale ombra. I minuti passano, e Diawara continua a commettere errori su errori, soprattutto in fase di impostazione.
All’ottavo minuto, però, arriva la magia di Lorenzo Insigne e il Napoli si libera dal peso della pressione e delle paure. E anche la gara di Diawara cambia. L’ex Bologna – pur commettendo ancora tanti errori – sale in cattedra e inizia a dettare i tempi del centrocampo azzurro. Muove il pallone da destra a sinistra, verticalizza quando può, ma preferisce di gran lunga la giocata semplice. A fine gara risulterà l’azzurro con il maggior numero di palloni toccati: 105 per la precisione, dietro di lui Insigne a 102. Centocinque passaggi per un diciannovenne al Santiago Bernabeu non sono misera cosa. Se a questo si aggiunge una precisione dell’88,8% allora diventa chiaro quanta personalità ci sia sotto quella maglia.
In generale, però, la gara di Diawara resta un punto fermo e da cui partire per il presente e per il futuro. Una diga generosa, un tuttofare del centrocampo. Un elemento di equilibrio, una mente ben allenata a pensare calcio. Insomma, il futuro del Napoli porta il 42 sulle spalle.
Salvatore Nappo
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Articolo modificato 16 Feb 2017 - 10:27