Reina 7: Il primo tempo scorre da spettatore in un pomeriggio che rischia di diventare soporifero. Già, rischia. Perché il Chievo impiega pochissimo per affacciarsi con fare minaccioso dalle sue parti: basta un retropassaggio scellerato da Insigne e un filtrante per Inglese. Il 45 clivense calcia e il portierone spagnolo si distende da campione. Attento anche nella ripresa, non ha colpe sul goal di Meggiorini.
Hysaj 6: Il Chievo non è una spina nel fianco nella sua zolla di campo. Lui risponde comunque presente, sa quando fermare le sporadiche iniziative dei padroni di casa e al tempo stesso rilanciare l’offensiva. Dialoga con Allan e Callejon, cerca di irrompere in solitaria nell’area clivense. Non è sempre irreprensibile, ma svolge le sue mansione con precisione e diligenza.
Maksimovic 6,5: Sta crescendo e i progressi vanno di pari passo con il minutaggio. Il campo non è più un’utopia, i segnali di incoraggiamento ci sono. Ha imparato a lavorare con i compagni di reparto. Non è sempre impeccabile, ma nel complesso svolge una partita attenta e precisa. Gli avanti veronesi lo spaventano poco, lui risponde presente anche quando c’è da impostare la manovra dalle retrovie. Commette un errore grossolano rischiando di lanciare Birsa a rete, ma si riscatta con due salvataggi d’altissimo profilo.
Koulibaly 6,5: Era mancato per circa un mese, chiamato “alle armi” dalla sua Nazionale. La sua assenza è pesata e non poco, la presenza – invece – cambia le sorti della difesa azzurra. Che risulta più compatta e impermeabile. Lui lotta, anticipa, s’erge a diga e muro invalicabile. Inglese tenta di sfuggirgli in un paio di circostanze ma lui reagisce (quasi) sempre prontamente. Nel secondo tempo soffre l’ingresso di Meggiorini, che gli sfugge in occasione del goal. Si supera su Birsa lanciato a rete, ma nel complesso il finale riserva tanta sofferenza.
Ghoulam 6: Non è la sua miglior gara, ma compie il suo dovere. Attacca bene, come in occasione del tris di Zielinski, e ha ben poco da difendere nei primi 45 minuti. Il secondo tempo, però, riserva qualche sofferenza di troppo. Il finale è da montagne russe in una partita che sembrava chiusa. Non sfigura malgrado quindici minuti (quelli finali) in balia del Chievo.
Allan 6: In settimana il suo agente aveva lamentato lo scarso minutaggio. Sarri lo accontenta mandandolo in campo dal primo minuto e – soprattutto – preferendolo a Zielinski, impalpabile al Bernabeu. 42 minuti dopo, però, è costretto ad abbandonare il campo: distrazione muscolare, una brutta gatta da pelare per De Nicola e il suo staff. Lo spezzone di gara racconta però di un calciatore grintoso anche quando confusionario. Rallenta l’azione quando il Chievo si perde, ma in generale se la cava con la giocata giusta. Ha il merito di inventare caparbiamente il raddoppio di Hamsik su una palla che sembrava persa. (Dal 41′ Zielinski 6,5: Tra i peggiori in quel di Madrid. Colpa dell’età, forse. Dell’inesperienza, sicuramente. Eppure la stoffa del fuoriclasse e del predestinato c’è. Tanta roba, in slang. Esplicita le sue qualità nel pomeriggio veronese. Prima tenta la botta dalla distanza, con il pallone che si spegne alto. Non sazio, ci prova dal limite: la deviazione di Spolli è una manna dal cielo, vale il quinto goal stagionale tra campionato e coppe. Irrompe tra le maglie gialloblu con efficacia e strapotere tecnico).
Jorginho 6,5: Una prestazione che incoraggia non poco. Mancava da tempo, da queste parti. Il vero Jorginho s’era perso in una stagione sciagurata. Sorpassato da Diawara nelle gerarchie, ha da sfruttare le chance che gli vengono concesse. Verona è segno di rinascita: lì, sponda Hellas, ha lasciato un pezzo di cuore. La sua partita è un misto tra diligenza in cabina di regia e legna quando c’è da difendere. Svolge entrambe le fasi bene e porta a casa un giudizio più che positivo. Bravo anche a superare una fase d’appannamento in avvio di secondo tempo.
Hamsik 7: Cinque passi. Cinque goal. La storia è vicinissima, si avverte il profumo di leggenda nei paraggi. 110 sono i goal, cinque quelli che mancano per raggiungere Maradona al primo posto della classifica dei marcatori azzurri. Di tutti i tempi, sia chiaro. Perché Hamsik ha scolpito il suo nome nella storia del Napoli. Ed è un nome da tramandare, da raccontare ai nipoti. La partita mostra il solito Hamsik: elegante, ma al tempo stesso, preciso, ordinato e fulmineo. Il goal è frutto del caso e di un Allan caparbio, vero. Ma lui fiuta l’occasione e sa come farsi trovare lì, pronto a ribadire in rete. E siamo a centodieci.
Callejon 6,5: Era uscito dal Bernabeu con le ossa rotte e un goal annullato per fuorigioco, unico guizzo in una partita anonima. Verona invece è un tassello in più in una stagione più che positiva. Meno incisivo in zona goal, si mette al servizio dei compagni e sa come farlo. Nella prima mezzora è tra i più incisivi, cala alla distanza ma tiene alta e pericolosa la squadra nel momento di sofferenza.
Pavoletti 6: L’esordio da titolare in campionato non è una gara da ricordare ma da sufficienza piena. Il sistema di gioco nuovo non gli è ancora entrato nelle vene, ma la grinta è quella giusta. Ha determinazione e voglia di fare, si lancia con convinzione su ogni pallone e dà una mano quando c’è da coprire. Segnali di incoraggiamento in vista di una crescita nel minutaggio. Lascia il posto al ritorno – anche in campionato – di Arek Milik. (Dal 71′ Milik 6: Venti minuti incoraggianti. Si dà da fare, tiene palla, fa salire la squadra, punge in zona goal. Dai suoi piedi nasce l’azione del goal annullato a Giaccherini. Manca l’impatto con il pallone su un suggerimento tagliente di Callejon. Resta comunque un rientro che fa sorridere).
Insigne 7,5: Il Chievo è bloccato, il Napoli macina gioco senza portare pericoli. Serve la giocata, quella del campione, quella che sposta gli equilibri. La trova lui, con la più classica delle giocate. Rientra sul destro, calcia a giro inventando una traiettoria che Sorrentino può solo guardare. Lorenzo è nel momento migliore della stagione, conferma i segnali visti al Bernabeu. Condisce la partita con un assist a Zielinski e un lavoro difensivo encomiabile. Merita il rinnovo, merita di legarsi a questa piazza a lungo. (Dal 78′ Giaccherini 6: Entra bene in partita, si vede annullare un goal regolare. Pimpante, tiene vivo il Napoli in un momento di apprensione).
Sarri 6,5: Serviva una scossa dopo le polemiche e il silenzio stampa, è arrivata sul campo. Lancia Pavoletti, pomo della discordia tra lui e il presidente. Riscopre Milik negli ultimi venti minuti: notizia che fa sorridere. Sul campo il suo Napoli è il solito, macina gioco e trova le giocate d’applausi grazie ai suoi campionissimi. Epperò cala, ha il vizio di concedersi delle pause che non fanno bene all’economia della squadra: il goal di Meggiorini era da evitare. Nel complesso, però, dà una risposta più che soddisfacente al presidente. E lo fa sul campo, giudice che annulla ogni polemica extracalcistica.