ZERBIN PRIMAVERA/ Dalla tribunetta centrale del Centro Sportivo di Sant’Antimo l’effetto ottico può risultare ingannevole: c’è Edinson Cavani in campo. Ha il 7 sulle spalle, una lunga chioma e una struttura fisica superiore a quella dei compagni. Sì, sembra proprio lui. El Matador è tornato a Napoli? L’ha fatto per la porta secondaria? Macché. Anche perché il ruolo è diverso. L’alter ego di Cavani corre lungo la sinistra, la propria fascia di competenza. E il suo nome è Alessio Zerbin.
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L’avrete sentito sicuramente da qualche parte. Ovunque, precisamente, negli ambienti legati al Napoli e alle logiche di mercato. Giuntoli l’ha prelevato a gennaio dal Gozzano, team di Serie D, dove aveva raccolto 17 presenze e segnato 5 goal. Numeri importanti per un classe ’99. Neppure maggiorenne, per intenderci. E lui, conteso da diversi club nel massimo campionato, ha sposato il progetto Napoli, s’è reinventato come elemento della Primavera, in attesa delle sue chance con i grandi. 200 mila euro il costo del cartellino: cifre contenute per un investimento che, fra tre anni, potrà aver già dato i suoi frutti.
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Nel frattempo, la Primavera: che può servire da veicolo, traghettando Zerbin a poco a poco verso la prima squadra. Già a partire da Viareggio, con la Coppa Carnevale che da decenni funge come vetrina per i talenti in erba. Tre presenze, finora, con la selezione giovanile di Saurini: contro il Brescia è arrivata una prima sgambata per saggiare il terreno e sperimentare le combinazioni con i nuovi compagni. A Latina, invece, s’è erto a salvator della patria, con una rete al 91′ che ha sancito il 2-2 finale. Pericolo evitato.
Quindi, finalmente, la maglia da titolare. Ieri, con il Vicenza, davanti a un pubblico di curiosi. Chi l’ha accostato a Cavani per fisico e numero di maglia, chi invece l’ha paragonato bonariamente a Gesù per la chioma. La voce s’è diffusa in fretta: “Com’è Zerbin?” è stata la domanda più gettonata, nel pomeriggio, rivolta agli addetti ai lavori. La partita di Alessio Zerbin contro il Vicenza va scandagliata attentamente, suddivisa in due blocchi. Perché lo spartiacque tra primo e secondo tempo ha capovolto il Napoli e il rendimento dei singoli.
L’intesa con i compagni va affinata nel corso del tempo. Epperò le doti tecniche emergono già nei primissimi minuti: “Zerbo”, come lo chiamano i compagni, s’intestardisce e tenta spesso la giocata personale. Con risultati alterni: diverse volte va a sbattere contro il muro eretto dai veneti. L’intesa non è delle migliori: prova a combinare con Leandrinho, i due si scambiano posizione due volte per dare meno punti di riferimento. Ma i pericoli per Rossi, portiere del Vicenza, latitano. E gli ospiti chiudono il primo tempo sul vantaggio per 0-1.
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La ripresa è un surplus di emozioni. Prima il Napoli la ribalta, poi esagera e va sul 4-1. Zerbin recita la sua parte, sale in cattedra, sfiora il goal. Serve un pallone invitante che Leandrinho cestina, sparandolo alto sopra la traversa. Ma il brasiliano si rifà pochi minuti dopo: Liguori serve un filtrante a Zerbin che, dal lato sinistro dell’area, regala a Leandrinho un cioccolatino da scartare. Arriva l’assist, non il goal: eppure meriterebbe maggior fortuna quando si presenta tutto solo al cospetto di Rossi. Il pallone sbatte addosso al portiere vicentino: niente da fare, sarà per la prossima. Il tempo, d’altronde, è tutto dalla sua parte.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 26 Feb 2017 - 16:21