Napoli, ora più che mai bisogna restare uniti. Compattarsi, fare squadra non solo sul rettangolo verde. È andata così con l’Atalanta: archiviamo e passiamo avanti. C’è troppo in gioco per piangersi addosso per una sconfitta – più che meritata. Serve testa, più del cuore, per mettersi alle spalle questo passo falso. Capita a tutti, l’importante è non farne un dramma.
Perché, se è vero che compattarsi dopo una sconfitta, seppur pesante, ma contro il Real Madrid può risultare “facile”, è dopo sconfitte simili – come quella patita contro l’Atalanta – che si rafforza seriamente il gruppo. Bisogna fermarsi un secondo, analizzare cosa può aver causato questo black out, e mettere tutta la “rabbia” nella sfida dello Juventus Stadium.
Pochi giorni per ritrovarsi, per dimostrare a tutti che questo è un gruppo che può fare strada, sempre. Dimostrare che è in questi momenti che il gruppo si solidifica, e con esso il resto dell’ambiente. Non c’è tempo – o forse sì? – per rimuginare sulla sconfitta contro, l’ormai, diretta avversaria. Analizzare sì, ma poi si va avanti.
Altrimenti, qualche sciacallo – e ne stanno venendo fuori tanti ultimamente – può approfittarne e far notare che il gruppo si unisce quando vince a Chievo per 3-1, ma non sa farlo quando perde in casa. Quella dello Juventus Stadium è l’occasione giusta per zittire tutti. E non serve per forza vincere, basta ripartire. Ripartire da una vittoria – quella a Verona – e una sconfitta – quella contro gli uomini di Gasperini – per prendersi il meglio e il peggio.
Insomma, Napoli, ora più che mai il gruppo deve restare unito. O ci si unisce o ci si sfalda.