E quello strano bisogno di 2-0…

Il fischio finale allo Juventus Stadium ha decretato un risultato duro da digerire per i tifosi azzurri: 3-1. Il Napoli ha impattato contro i bianconeri nella semifinale d’andata di Coppa Italia e lo ha fatto con un andamento del match e un finale che fanno tornare in mente quanto accaduto meno di quindici giorni fa a Madrid.

IL 3-1 AL BERNABEU DI MADRID
Certo, quella col Real è stata decisamente un’altra sfida, per portata, importanza e difficoltà. Gli uomini di Sarri se la son dovuta vedere con una delle migliori squadre del mondo, campione d’Europa e con un record di imbattibilità lungo quaranta partite.
Il Napoli, però, lo scorso 15 febbraio, nella gara d’andata degli ottavi di Champions League, ha segnato per primo: 1-0 all’8′, con perla di Insigne dalla distanza a sbeffeggiare Navas. Il vantaggio azzurro al Bernabeu, tuttavia, è durato solo dieci minuti. L’1-1 del primo tempo si è trasformato in 3-1 finale. Un po’ di sfortuna, qualche errore e un po’ di timidezza per la non praticità nello giocare in contesti simili hanno messo in difficoltà il Napoli, chiamato alla super rimonta al San Paolo il prossimo 7 marzo.

IL 3-1 ALLO JUVENTUS STADIUM

La partita di Coppa Italia a Torino, contro la Juve, ha seguito per certi aspetti dinamiche simili a quelle di Madrid. Innanzitutto, si tratta ugualmente di una gara d’andata e non secca, giocata in trasferta; poi, sebbene le difficoltà tecnico-tattiche fossero decisamente più aggirabili rispetto a quelle incontrate contro i blancos, sono probabilmente entrate in gioco difficoltà psicologiche legate al non entusiasmante momento vissuto dagli azzurri (solo un match vinto negli ultimi tre prima di questo).
Mutata la tipologia di difficoltà, non è, invece, mutato il risultato e il modo in cui è arrivato. I primi a segnare sono stati, anche questa volta, i partenopei, ma al 36′ con Callejon. Il vantaggio, sebbene sia stato conservato fino al termine del primo tempo, è durato, più o meno, tanto quanto a Madrid: solo dodici i minuti intercorsi tra l’1-0 e l’1-1, escluso l’intervallo. Durante la ripresa, poi, sono arrivati anche i colpi del k.o., che hanno decretato il 3-1 finale in favore dei padroni di casa. Proprio come contro il Real.

LE DIFFERENZE
2-0

Probabilmente, le uniche differenze tra i match contro Real Madrid e Juventus sono due: al Bernabeu il Napoli ha avuto decisamente più occasioni per segnare ancora dopo aver subito il 3-1 e arrotondare il risultato, cosa che non è avvenuta a Torino; contro i bianconeri, oltre che per qualche errore di troppo, i partenopei hanno perso con due rigori contro e vedendosene negare uno a favore. Un mix di situazioni dubbie e contestate, insomma.

L’IMPERATIVO

Forse per uno scherzo del destino, il Napoli è chiamato nel giro di un mese a ribaltare due partite molto simili con un identico risultato: 2-0.
Cosa servirà agli uomini di Sarri? Sicuramente un po’ di consapevolezza in più nelle proprie capacità e qualche errore individuale in meno, oltre che una maggiore tranquillità nella gestione del vantaggio.
Gli azzurri dovranno sfruttare al meglio – o, almeno, provarci – una strana occasione che a volte il mondo del calcio regala: la seconda possibilità. E la seconda possibilità ha un nome ben preciso: gara di ritorno al San Paolo. Anzi, gare, perché prima dovranno vedersela col Real Madrid, il 7 marzo, e poi, il 5 aprile, con la Juventus. Cambierà l’avversaria, ma non lo stadio e nemmeno il calore del pubblico; chissà che non cambi nemmeno il risultato, e che il risultato non sia proprio 2-0.

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