Ormai ci siamo. Il giorno tanto atteso è qui, proprio dietro l’angolo. Quello che sembrava così lontano, il 7 marzo 2017, è praticamente arrivato. Una data che può entrare nella storia, una data in cui il Napoli può veramente fare un qualcosa di eccezionale e scrivere nuove pagine di un libro in continua evoluzione. Per Napoli-Real Madrid mancano poche ore, ma in città, tra i vicoli, tra i tifosi, il match è già iniziato.
L’arrivo del Real Madrid a Napoli, la conferenza stampa di mister Sarri e capitan Hamsik, poi quella dell’allenatore dei blancos Zinedine Zidane, gli ultimi due allenamenti di rito sia per gli azzurri che per i galacticos. Tutto fa parte di una sceneggiatura già scritta, dove da scoprire resta solo la parte più importante, ovvero il gran finale. Come finirà Napoli-Real? A questa domanda naturalmente nessuno può rispondere, c’è solo da aspettare il triplice fischio dell’arbitro turco Cakir, che sancirà la fine della gara, con la qualificazione che sarà o dei padroni di casa o degli ospiti spagnoli.
Il tecnico partenopeo, durante la conferenza stampa di ieri, ha fatto capire che la squadra è pronta, è carica al punto giusto per provare a fare uno sgambetto ai campioni del mondo in carica. Certo, non sarà facile, ma il pallone è rotondo e nel calcio, come ci insegna la storia, tutto può succedere. L’allenatore toscano, con le sue parole, ha fatto intendere un po’ la formazione che scenderà in campo dal primo minuto domani sera. La difesa è ben delineata, con Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam davanti a Reina. In mezzo al campo sicuro di una maglia da titolare è il capitano Hamsik e gli altri due posti dovrebbero essere di Diawara e Zielinski, con quest’ultimo in ballottaggio con Rog. Il dubbio maggiore riguardava l’attacco: falso nueve o prima punta di peso? Le parole di Sarri lasciano presagire il tridente dei piccoletti.
“Chiaro che uscire dalla pressione dei giallorossi comportava dei rischi, gli stessi che avremo domani: quando abbiamo una linea d’attacco come quella dell’Olimpico, non possiamo lanciare, ma uscire con la palla a terra”
La domanda ora sorge spontanea: ci sono più vantaggi o svantaggi nella scelta di giocare senza una prima punta di peso? Nella categoria vantaggi, di sicuro, vanno inseriti subito due aspetti, ovvero, il dinamismo e la velocità che ha la squadra quando non c’è una vera prima punta ed anche il non dare dei veri e propri punti di riferimento agli avversari. Fattori sicuramente importantissimi per una squadra come il Napoli che ama giocare palla a terra e costruire l’azione partendo dalle retrovie, senza mai buttare via un pallone. D’altro canto, però, è inevitabile pensare alla differenza di prestanza fisica. Il Napoli, in questo caso, ne potrebbe soffrire molto, vista la grande stazza dei giocatori del pacchetto difensivo del Real (Sergio Ramos, Pepe, Nacho). Insomma, come qualsiasi scelta da fare, ci si trova davanti a pro e contro, però, i risultati avuti dal Napoli con quei tre lì davanti, come testimonia l’ultima trasferta vittoriosa di Roma, non possono che far ben sperare i tifosi azzurri. A gara in corso, naturalmente, c’è anche la possibilità di variare lo schema tattico e buttare nella mischia uno tra Milik e Pavoletti, optando per lanci lunghi e cross dal fondo.
Le qualità ci sono, il Napoli ha tutte le armi e le carte in regola per riuscire a ribaltare il match dell’andata ed entrare nella storia. Ci vorrà la cosiddetta “partita perfetta”. All’attacco con i ‘3 piccoli’ per un’impresa da giganti? Possibile? Perchè no. Il San Paolo è pronto a diventare una vera e propria bolgia, a diventare un’unica voce al coro ‘The Champions’, che farà tremare le gambe agli avversari e che si sentirà, come ha detto il capitano, fino a Torino. E che spettacolo sia!