Napoli a testa alta, con il cuore, con la grinta. Gli azzurri pagano l’inesperienza: certe competizioni vanno preparate in un modo tutto diverso. Mentalmente soprattutto. Altrimenti al minimo errore si viene puniti, a prescindere dalla buona o cattiva prestazione messa in piedi. E così è stato anche contro il Real Madrid: gara perfetta, Galacticos incapaci di impostare una reazione degna di nota, dominio assoluto. Però, poi, si concedono due calci d’angolo e i campioni del mondo puniscono. Due volte con Ramos.
Le palle inattive, dunque, restano un tallone d’Achille per questo Napoli. Sono tante, troppe le reti subite da situazioni di calcio d’angolo o calci di punizione. Va cercata una soluzione per tentare di arginare tale limite. Troppe – si diceva – le reti subite su palle inattive: per la precisione, 7 tra campionato e Champions League. Un numero importante, che pesa, che lascia riflettere. E di queste 7 reti, alcune hanno inciso in maniera determinante su vari match del Napoli.
Un esempio su tutti, la rete di Dzeko che portava i giallorossi sul doppio vantaggio al San Paolo. Oppure, la rete di Aboubakar che inchiodò il risultato sul 2-3 per i turchi. Una rete, quest’ultima, nata da un calcio da fermo, dove il Napoli – al pari dei calci d’angolo – attua una marcatura a zona. Come dimenticare il goal di Caldara a Fuorigrotta. Un goal fondamentale che sblocca il match e lo proietta tutto a favore degli uomini di Gasperini. Reti pesanti, dunque, che nell’arco di un anno possono fare la differenza da un lato o dall’altro.
Vanno aggiunte, però, due importanti note. Innanzitutto, le due reti di Ramos nascono da due errori clamorosi nello smistamento del pallone. Non si possono concedere calci d’angolo per errori di natura tecnica, o addirittura per pigrizia. E poi, va fatta chiarezza sulla marcatura a zona. Si sceglie tale marcatura quando non si ha a disposizione grandi saltatori che possano tenere testa in un 1contro1 aereo con avversari di stazza superiore. E si sceglie, quindi, di marcare tutte le possibili traiettorie della palla. Insomma, nessun rimedio può dirsi perfetto. Nemmeno quello scelto da Sarri. Ma 7 resta pur sempre un numero pesante, da alleggerire quanto prima.
Salvatore Nappo
Articolo modificato 8 Mar 2017 - 01:38