Il Napoli è stato eliminato dalla Champions League dopo due sconfitte. Il Real Madrid ha vinto sia in casa che in trasferta con lo stesso risultato: 3-1. Non era una sfida semplice, i Galacticos sono i campioni in carica della competizione e la squadra che ha vinto più Champions di tutti. Gli azzurri hanno giocato le loro partite, in alcune occasioni mostrando grande calcio, superiore anche a quello degli avversari. Ma alla fine sono i risultati quelli che contano. Risultati che vedono i partenopei uscire agli ottavi di finale ancora una volta, dopo il Chelsea nel 2012, senza poter raggiungere lo storico traguardo dei quarti.
NAPOLI REAL MADRID: MODERIAMO I TONI
Nel post gara sono stati numerosi i giudizi positivi nei confronti della compagine di Sarri. Grande calcio per 51 minuti, dominio assoluto del campo e poi il crollo. Forse però abbagliati dall’importanza della sfida i toni sono stati troppo entusiastici. In fondo perché celebrare quella che resta, in fondo, una sconfitta? Vero squadre come l’Arsenal hanno subito ben 10 goal in due match facendo una pessima figura. Ma guardare a chi ha fatto peggio non aiuta a migliorarsi. Analizzando il risultato globale delle sfide degli ottavi tra Napoli e Real Madrid in fondo i numeri sono tutt’altro che positivi. Gli azzurri hanno subito ben 6 reti tra andata e ritorno (non 1, non 2 bensì 6). Dal punto di vista economico non accedere ai quarti di finale per di più significa perdere 6,5 milioni netti. Senza considerare l’esclusione dei diritti tv, dei biglietti e di eventuali rinnovi di vecchi sponsor (o l’arrivo di nuovi). Madrid però ha probabilmente insegnato qualcosa anche a Sarri.
IL LIMITE: UNA TATTICA RIGIDA
La rigidità tattica è un grande limite che può determinare (in negativo) anche una partita ben giocata. La questione si riassume nella leggerezza di non applicare una marcatura a uomo su Sergio Ramos. Si, Sergio Ramos, non un difensore qualunque bensì uno dei tre centrali più forti al mondo. Un calciatore la cui specialità è proprio il colpo di testa. Chiunque si fermi a osservare i replay dei due goal subiti di testa dal Napoli noterà una costante: Ramos era solo al momento della partenza. Ha avuto tutto il tempo di prendere la rincorsa e colpire di testa. Mentre a turno Albiol o Koulibaly saltavano da fermi bloccati dallo schieramento a zona. Una partita speciale, contro un avversario speciale ha bisogno di una conduzione speciale. La mentalità vincente è un mix di diversi fattori. Adattabilità e voglia di vincere sono parte di questa mentalità. Le sconfitte non vanno festeggiate, bisogna festeggiare solo le vittorie. Dalle sconfitte bisogna trarre insegnamento per costruire futuri trionfi.
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