Venti marzo duemilacinque. Mentre il Napoli Soccer batteva in Serie C1 il Teramo con un gol al fotofinish di Consonni, Marek Hamsik faceva il suo esordio in A. Momenti apparentemente lontani, ma strade destinate ad intrecciarsi. Sono passati dodici anni dalla prima volta nella massima serie italiana e l’unica con una maglia diversa: quella del Brescia.
Diciasette primavere per lo slovacco, a pochi mesi dal compimento della maggiore età. Una breve apparizione al 20′ della ripresa di Chievo-Brescia, con la gara ancora sull’1-1 (poi terminata 3-1). Il numero 14 del club lombardo, che sfoggiava all’epoca una timida cresta, prende il posto di Zambrella e gioca quasi mezzora.
Poi due anni in Serie B con le Rondinelle e quell’incrocio con il suo futuro: il Napoli. Nella stagione della consacrazione – 10 gol in 40 presenze – segna proprio contro gli azzurri nella sfida persa al San Paolo e strega Pierpaolo Marino.
Corteggiamenti, discorsi e poi l’atto finale: il 28 giugno 2007, a meno di un mese dalla festa promozione, Hamsik firma con il club partenopeo e ritorna a calcare i campi di Serie A. Questa volta in maniera definitiva. A distanza di 4380 giorni e 110 gol dopo, quel ragazzone di Banska Bystrica è lì, a sfoggiare la sua fascia di capitano e a trascinare gli azzurri verso importanti traguardi. Dal venti marzo al venti marzo, quanto sei cresciuto Marek…
Articolo modificato 20 Mar 2017 - 23:30