Sbancare Empoli non era impresa semplice per il Napoli. Serviva una prova di forza, di coraggio per continuare a sognare l’ambito piazzamento dietro una Juventus ormai in fuga. Un secondo posto che ha il sapore della Champions League diretta, e di guadagni in termini economici e tecnico-tattici. La Roma corre – mica poi tanto bene – e gli azzurri sono costretti a inseguire.
La fase difensiva – va detto – lascia troppo a desiderare. Anche contro i toscani arrivano puntuali gli errori in fase di non possesso, costati altri due goal nella voce “reti subite”. Un tallone d’Achille, un punto debole. Un punto critico che rischia di mandare all’aria quanto di buono si costruisce. Margini di crescita ci sono e se ne intravedono, ma non possono restare a lungo tali. Serve cambiare rotta, tappare in qualche modo questa sanguinosa lacuna per poter continuare a inseguire il secondo piazzamento in campionato. E per provare a ribaltare il pesante 3-1 patito allo Juventus Stadium.
Una lacuna, controbilanciata da una fase offensiva sprezzante del pericolo, nemmeno poi tanto spietata. Svogliata in alcune fasi. Sicuramente “presuntuosa”. Si divertono là davanti, con talento e un pizzico di genio.
E anche questa è sicuramente una delle chiavi che hanno spalancato agli azzurri un’altra porta: il record di cinque vittorie consecutive in trasferta. A partire dal 21 gennaio, 1-2 contro il Milan, arrivando a Empoli, passando per Bologna, Chievo e Roma. Cinque su cinque, 15/15 punti raccolti. Per gli avversari solo le briciole. Sul piatto della bilancia va messo, dunque, anche questo record. Sicuramente un segnale di maturità in tal senso. Il Napoli non è più – ma già da tempo non lo è – la squadra che fa del San Paolo il fortino e delle trasferte un’incognita perenne. Lontani da Fuorigrotta, gli azzurri ormai agguantano il bottino intero. Cinque vittorie su cinque, che potevano essere addirittura otto su otto se non si fosse incappati nella super giornata di Bernardeschi al “Franchi” lo scorso 22 dicembre. Restano, in ogni caso, sette vittorie e un pareggio: ventidue punti su ventiquattro. Bisogna tornare al 29 ottobre per riscontrare una sconfitta lontana da Napoli. Contro i rivali di sempre.
Un segno di maturità, un segnale di crescita che non può essere solo un caso. Il Napoli sa dominare gli avversari sempre. Ed è da qui, da queste solide basi che si deve costruire il sorpasso alla Roma. Così come è dalla fase difensiva che si devono costruire i punti al San Paolo. Per far sì che questo non resti l’ennesimo record “inutile”.