Criticato, bistrattato, a volte sottovalutato. A Napoli, ma anche in Nazionale, dove, nonostante nomi poco altisonanti, è stato spesso accantonato e ha conquistato solo al fotofinish la convocazione ad Euro 2016. Lorenzo Insigne qualche sassolino dalle scarpe se lo sta togliendo. A piccoli passi, senza fretta e soprattutto con tanta umiltà.
VENTOTTO – Ribadiamo: ventotto partite consecutive da titolare tra Serie A e coppe in questa stagione. Quinto uomo più utilizzato in campionato (2222 in 28 gare), ma solo per una partenza in salita. Ultima gara in panchina il 23 ottobre a Crotone. Cinque mesi fa.
DODICI GOL, tredici considerando la Champions. Doppia cifra anche per gli assist (10) e prestazioni a livelli altissimi. La tecnica di un diez, la garra (recte: la “cazzimma” tanto cara al presidente) di uno scugnizzo e la prolificità di un attaccante. Un “nove e mezzo”, come Platini definì il più grande giocatore italiano di tutti i tempi. Ma senza azzardare paragoni scomodi, il 24 azzurro sta vivendo di certo l’annata più importante della sua carriera. Con il record di reti già raggiunto e la costanza finalmente trovata. Maturità certo, ma anche merito di Sarri: con lui in panchina ha segnato già dieci gol in più delle tre precedenti stagioni in Serie A.
IL TEMPO PASSA … – Ed il rinnovo? Tarda ad arrivare. Dopo il gelo durato diversi mesi, nelle scorse settimane sembrava esserci stato un riavvicinamento tra le parti. Incontri, discorsi, cifre in ballo. Ancora però troppo distanti. 4,5 milioni richiesti dall’entourage dell’attaccante; tra i 2,5 ed i 3 quelli che sarebbe disposto ad offrire il Napoli. “Io do sempre la mia disponibilità al club, poi il presidente sapete com’è. Aspetto e poi vedremo. Ora penso solo a giocare”, da un lato le parole di Insigne ieri sera da Coverciano, ritiro della Nazionale azzurra. Segnali e messaggi a De Laurentiis. Dall’altro il dogma societario del monte ingaggi ed equilibri da mantenere. Poi la stoccata finale, non solo sull’adeguamento di contratto. “Penso che il Napoli sia una grande squadra e per vincere i trofei non ci vogliono solo i giocatori, ma una grande società. Spero possa crescere ancora”.
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La possibilità di diventare il simbolo di questo club. Italiano e soprattutto partenopeo, con il desiderio di vincere qualcosa di importante. La Coppa Italia e la Supercoppa già arrivate, alla ricerca di quel sogno cullato sin da bambino. Qui nella sua città. Ma “I matrimoni si fanno in due, non solo da una parte”. E allora, cosa aspettiamo?
Andrea Gagliotti (@AndreaGagliotti)
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