DE SIMONE NAPOLI/ Papà Salvatore mostra tutta la sua gioia e la fierezza nella tribuna del Miro Luperi di Sarzana, La Spezia. “Un giorno all’improvviso, m’innamorai di te”. Il coro è quello di sempre, l’abbiamo sentito migliaia e migliaia di volte, si è insinuato nell’immaginario collettivo della tifoseria napoletana come mantra. Le tribune del Luperi sono colorate d’azzurro, ci sono i genitori dei ragazzi e alcuni esponenti del club Napoli La Spezia, accorsi ad incitare la Primavera azzurra.
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Sono tutti lì, ad applaudire l’impresa di Liguori, De Simone, Leandrinho e compagni. Quarti di finale della Viareggio Cup, chi l’avrebbe mai detto? Un risultato già di per sé importantissimo: quanto sarà fatto d’ora in avanti sarà riguadagnato. La gara con il Bologna l’han decisa loro, Leandrinho e De Simone, con le due marcature decisive. L’ha decisa anche Liguori, con un assist e mezzo. L’ha decisa, soprattutto, la voglia di fare di un gruppo unito e solido. Un gruppo che ha reso pariglia alle tante critiche ingenerosamente piovute negli ultimi tempi. Un gruppo che trova in Granata e De Simone, i due fuoriquota, i propri leader.
E De Simone, finora, s’è caricato sulle spalle la squadra in questo Torneo di Viareggio. Papà Salvatore era lì, ad assistere ad entrambe le partite in cui il figlio è andato a bersaglio. Prima con il Deportivo Camioneros, all’esordio: Gerry si è preso la responsabilità di calciare il rigore, l’ha trasformato con un’esecuzione ottimale. Poi da rapace, contro il Bologna. Carpisce l’attimo, presidia guardingo l’area di rigore. Leandrinho è lì, attende il pallone, lo riceve ma cicca la conclusione. Occasione sprecata? Macché! C’è De Simone: controllo, goal e Napoli in estasi.
Sì, De Simone si è preso il Napoli, e l’ha fatto nel momento più importante. 7 goal in stagione, divisi tra Campionato, Coppa Italia e Youth League. Numeri importanti per un centrocampista, specialmente per uno che ha fatto fatica a ritagliarsi il proprio spazio. Gerry era stato trattenuto in estate per fare da chioccia ai ’99 che si sono inseriti nel gruppo Primavera. L’avvio di stagione non è stato semplice, causa la concorrenza elevata. Come si spiega, allora, l’exploit? Duro lavoro, impegno e grinta. Il liber de spectaculis di Gerry De Simone, le sue armi migliori.
Il momento, poi, è dei più floridi. Anche prima del Viareggio, da subentrato, era andato a bersaglio, chiudendo la pratica (2-0) contro il Perugia. Aveva sfruttato una carambola in area e un assist di Milanese.
Gerry è un centrocampista completo, duttile, versatile. Sa giocare da interno, ruolo che predilige, ma all’occorrenza anche davanti alla difesa, in un centrocampo a tre così come in una mediana a due. Sente la porta, va a bersaglio con frequenza. Soprattutto, sa abbinare alla garra da arcigno mediano la qualità della mezzala da inserimento. Salvatore, il padre, ha avuto modo di sentirlo dopo la vittoria con il Bologna: Gerry era soddisfatto, felice ma al tempo stesso motivato. Un leader, d’altronde, deve sempre saper mantenere alta la concentrazione e la tensione all’interno del gruppo. Domani il Napoli affronterà il Club Brugge con tante, tante motivazioni.
Calcisticamente De Simone è nato nella Scuola Calcio Azzurri di Torre Annunziata, dove ha militato dal 2006 al 2010. “Giocava sotto età con i ’96” – sostiene il suo ex allenatore, Stefano Cirillo – Il Napoli lo osservò ai play-off regionali, lui si notava perché aveva una chioma folta, ricordava Puyol. Ha fatto della grinta e della tenacia le sue armi migliori fin da piccolo, ricordo quando una volta lo feci piangere perché gli dissi di fare meno tocchi con il pallone. E’ un ragazzo serio, professionista già da quando aveva 12 anni”.
Il calcio è sempre stata la sua passione. Lo studio, però, non ne ha risentito. Gerry ha portato a termine la carriera scolastica, si è diplomato e ha continuato ad inseguire il suo sogno. Malgrado un infortunio che l’ha tenuto fermo 5 mesi: maledetta pubalgia! Neppure quella, però, è stata in grado di sconfiggerlo. Si è risollevato con le sue forze e si è riportato in carreggiata.
Ora attende il termine della stagione per mettersi alla prova nel calcio dei grandi. “Gerry è un ragazzo grintoso” sostiene ai nostri taccuini il procuratore del ragazzo, Luigi Matrecano. Che, a proposito, svela qualche dettaglio sul suo futuro. “Rinnovo? Non c’è nessuna novità per ora, ma sicuramente presto ne parleremo”. Il contratto di Gerry scade a giugno, la possibilità e la volontà di parlarne ci sono. “A gennaio c’era qualche società disposta a prenderlo – dice Matrecano – ma il Napoli l’ha voluto confermare fortemente. Per il suo processo di crescita è stato meglio restare qui”. Nessun dubbio, dunque, sulle intenzioni della società: tenerlo, mandarlo in prestito, fargli fare le ossa e valutare i suoi progressi.
E il rapporto con Saurini su cosa si basa? “Stima” assicura l’agente. Malgrado qualche panchina che, però, fa parte del passato. Ora Gerry è un punto fermo della squadra, un leader. L’ha dimostrato in campionato e sta facendo lo stesso in quel di Viareggio. Lui e Saurini si sono scambiati un abbraccio d’intesa al termine della gara con il Bologna. La speranza, ora, è quella di arrivare fino in fondo. Con Gerry De Simone a trainare la squadra – fidatevi – è possibile.
Vittorio Perrone
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