Il Napoli si appresta ad affrontare la rivale di sempre – la Juventus – due volte nel giro di tre giorni. Ci si gioca la rincorsa al 2° posto e l’accesso alla finale di Coppa Italia. Due sfide che decideranno molto della stagione di entrambe. Ma, allo stesso tempo, saranno due match completamente diversi: per ovvi motivi, è facile prevedere due approcci distinti per campionato e Coppa.
In ogni caso, le due squadre si sono affrontate già due volte durante questa stagione, ed entrambi i confronti hanno visto uscire la Juventus vincente (2-1 e 3-1). Eppure, nel corso dei mesi anche i bianconeri si sono adattati più volte alle dinamiche della stagione, cambiando spesso sistema di gioco e interpreti in campo. Si è passati dal 3-5-2 al 3-4-3 fino al 4-2-3-1. Ma ciò che si può notare, analizzando le sfide del 29 ottobre scorso e del 28 febbraio, è che le differenze non sono poi tante. Dalla fase di possesso, a quella di transizione (positiva e negativa), fino a quella di possesso. Piccoli accorgimenti dettati soprattutto dalle caratteristiche dei singoli calciatori più che dallo schieramento vero e proprio in campo.
FASE DI POSSESSO DEI BIANCONERI – In fase di possesso, la Juventus alterna una serie di giocate in base alla zona di campo e a situazioni di palla coperta e scoperta. Sulle soluzioni scelte di volta in volta influisce spesso il piazzamento avversario. Diverse soluzioni sia quando si gioca in ampiezza che in profondità. In fase di impostazione bassa, queste le principali soluzioni per gli uomini di Allegri:
Superata la prima fase di impostazione, le soluzioni della Juventus si muovo sostanzialmente su tre possibili scelte:
Con palla nei piedi di Bonucci, si arriva allo smistamento del pallone in tre soluzioni:
1) Ampio su Lichtsteiner che si allinea con i tre attaccanti:
2) Imbucata bassa per Higuain e sviluppo successivo con classica giocata di scarico e apertura:
3) Lancio lungo a sfruttare le qualità nel gioco aereo di Mandzukic:
Come detto precedentemente, a fare la differenza tra uno schieramento e l’altro è soprattutto la qualità individuale. Le prossime due slides mostrano alcune differenze quando in campo ci sono tre centrocampisti (Hernanes, Khedira e Pjanic) e due attaccanti (Mandzukic e Higuain):
FASE DI NON POSSESSO DELLA JUVENTUS – Una delle principali qualità dei bianconeri, in fase di non possesso, è la capacità di compattarsi e, allo stesso tempo, di portare pressing efficace sui vari portatori di palla avversari. Riuscire a trovare un’imbucata pericolosa per la retroguardia bianconera risulta estremamente difficile. Ma, così come per la fase di possesso, anche in fase difensiva i bianconeri approcciano in modo diverso in base a dove si trova la palla. Il primo punto riguarda il pressing in zone alte di campo:
Superata la prima fase di possesso, la Juventus concede campo al Napoli cercando costantemente di annullare ogni possibile passaggio filtrante, lasciando invece l’ampiezza:
Quando, poi, il pallone si sposta in corsia laterale – immaginando il campo di gioco diviso in tre parti verticali uguali -, gli uomini di Allegri scalano rapidamente in zona palla per portare densità:
In zone basse di campo, i padroni di casa si dispongono su tre linee di copertura, lasciando uno (o due) in pressione:
A risultato acquisito, la Juventus preferisce non portare pressing nemmeno in zone alte di campo, lasciando libertà di manovra al Napoli e compattandosi nella propria metà campo:
La scelta di Allegri di schierare Asamoah al posto di Alex Sandro è basata principalmente sulla capacità di Asamoah nel leggere tatticamente le varie situazioni di gioco, potendo così tenere a bada Callejon. Con Alex Sandro in campo l’approccio non cambia, ma cambia la capacità del terzino brasiliano di tenere al massimo la concentrazione per tutta la gara sulla copertura da offrire. Il goal dell’1-1 momentaneo in campionato ne è la prova:
Salvatore Nappo (facebook.com/salvatore.nappo.967)
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