Invito alla riflessione. Potrebbe chiamarsi così l’editoriale pubblicato da Antonio Corbo sull’edizione odierna di Repubblica. Di seguito vi riportiamo alcuni passaggi.
“[…] Ma è giusto insultare Higuain? Se rimane aperta una sola porticina, entri al San Paolo un po’ di buonsenso. In amore non sempre vince chi fugge. Più che sbeffeggiare il bomber del tradimento con l’inelegante repertorio, i tifosi possono dedicare per una volta un applauso a club e compagni traditi. Neppure De Laurentiis, che neanche a Carnevale si traveste da presidente generoso, si è accorto che Higuain sia stato, suo malgrado, il miglior mecenate del Napoli. Pensate, la penale per la risoluzione del contratto, “clausola rescissoria”, fu fissata a 94 milioni. In Europa nessuno rispose all’asta. Né magnati russi né sceicchi.[…]”
“Ecco la Juve, la relazione clandestina con visite segrete a Madrid slega l’argentino triste da Napoli, e «dal presidente che non sopportavo n più», come avrebbe detto con poco coraggio solo dopo l’arrivo a Torino. Va a vincere un titolo che sarà l’ennesimo della Juve, mai lo scudetto di Higuain, come può vantarsi Diego. Ma quali fischi, sberleffi, rancori: sprecate voce e mani per Mertens, ha segnato 20 gol, uno più di Higuain guadagnando meno di un terzo. Per Sarri che dopo una lenta ricerca ha trovato una soluzione della punta che mancava. Per la squadra, integra dopo la fuga del bomber amato dai tifosi, meno dai compagni spagnoli. Per il Napoli che dalla mancata vendita in Europa incassò 94 milioni, tanti da rinverdire con giovani di talento e futuro, peccato che sia lento il metabolismo tattico, e che oggi stiano ancora fuori Diawara, Rog, Zielinski. Soldi che riportano il bilancio in utile dopo gli ultimi due in deficit, con 13 e 3 milioni in rosso. […] Nessuno sprechi all’inizio fischi né voce. Non fanno classifica. I conti si chiudono a fine partita, e sale un profumo di zagara nella notte di primavera”.
Articolo modificato 2 Apr 2017 - 11:33