Reina 5,5: Rientra come salvator della patria dopo una settimana di incertezze. Aveva ceduto il posto a Rafael per l’occasione di campionato, con la delusione visibile nell’accomodarsi in panchina. Poi il lavoro duro, la convocazione, la maglia da titolare. E un goal condiviso con Higuain. Il Pipita fa partire una conclusione a fil di palo, angolatissima, ma di certo non irresistibile per forza. Lui è mal posizionato, va giù tardi, cerca di arrivare con la punta delle dita. Nulla da fare: 0-1 e sogni infranti.
Hysaj 6,5: Dalle sue parti agisce Sturaro, la scelta conservativa di Allegri. Non una cima dal punto di vista offensivo. Lui lo soffre soltanto in una circostanza, quando il 27 bianconero prova a infilarsi alle sue spalle. Lui lo fronteggia e all’ultimo rimedia, lo “abbatte” con tanto mestiere. Poi si propone, mette lo zampino sulla rete del pareggio. Emergono, insomma, alcuni decisi segnali di crescita rispetto al recente passato.
Chiriches 5: Torna da titolare dopo i brividi del Castellani di Empoli. E sopraggiungono altri brividi. Due retropassaggi da incubo su Reina, che sventa come può. Poi il disastro sfiorato: un tocco sbilenco orizzontale, verso l’area di rigore, che spalanca la strada a Rincon. Sì, fortuna che fosse Rincon, non esattamente un goleador. Palla alta e pericolo scampato, ma una giocata che ancora adesso resta inspiegabile.
Koulibaly 6: Soffre qualche scorribanda centrale, sul goal di Higuain non è impeccabile come lo era stato domenica. Nei duelli aerei esce spesso vincitore, è rude quando c’è da esserlo e delicato quando invece si tratta di impostare. L’ultimo tipo di lavoro gli riesce con risultati alterni, talvolta trova l’imbucata, altre volte si lascia intercettare. Nel complesso, però, porta a casa salvo l’onore. Non esce con le ossa rotte.
Ghoulam 5: Soffre il passo di Cuadrado fin dai primi minuti. Il colombiano è rapido e sgusciante eppure punge poco in un primo tempo guardingo da parte sua. Lì davanti cerca di triangolare con Hamsik e Insigne, propone poco in ambito “cross” ma lascia intravedere la sua figura. La ripresa è un incubo: l’esterno della Juventus si rende protagonista sul goal dell’1-2 che abbatte temporaneamente le speranze, Faouzi lo lascia fuggire a rete senza opporre resistenza, restando affiancato a Koulibaly in una posizione inspiegabile.
Zielinski 5,5: Non è incisivo come il solito, perde smalto e anche tenuta fisica. Sarri, per questo motivo, lo sostituisce quando la benzina termina. Perché la corsa è tanta, come al solito, l’inventiva diminuisce. Tenta qualche giocata di fino ma di rado riesce nelle sue intenzioni. Nel complesso non aggiunge valori alla manovra offensiva: da registrare. (Dal 81′ Allan 6: Entra per il forcing finale e mette in campo la solita grinta agonistica. Tenta l’azione di sfondamento e qualche combinazione con Mertens).
Diawara 7,5: Ha 19 anni, il ragazzo. Pochissimi: tra i 22 in campo è il più giovane. Eppure è anche il migliore. Il giro palla è rapido, la garra è un valore aggiunto che Jorginho difficilmente dà. Crea tantissimo, è il calciatore più impegnato eppure riesce a sbagliare poco. Il primo tiro dalla distanza porta la sua firma, poi si rende protagonista di diverse giocate da campionissimo. Rapido, preciso, anche testardo e cinico. Ha le qualità per sfondare, ha la stoffa e le stimmate del predestinato. Con il suo ingresso per Jorginho il Napoli acquisisce rapidità di pensiero, muscoli e quel quid che permette di vincere il duello fisico con i mediani bianconeri, tanto sofferti nella gara di domenica.
Hamsik 7: Due retropassaggi da incubo, da mani nei capelli. Poi, però, il goal che fa emozionare. Quello del pareggio, di un 1-1 che potrebbe guidare l’arrembaggio del Napoli. Il centododicesimo goal con la maglia azzurro è un destro chirurgico che prende in controtempo Neto, è un urlo di battaglia che spaventa per un po’ la Juventus. Diego è lì, sul gradino più alto del podio, a tre marcature di distanza. Tre, il numero perfetto. Tre reti, altre tre esultanze, poi Hamsik scriverà la storia azzurra, diventando il miglior marcatore di sempre del Napoli. Sette di questi goal Marek li ha realizzati ai bianconeri, due nelle ultime due gare. E pensare che alla Juve non segnava dal 2012! Nella stagione dei miracoli, però, può succedere di tutto. Anche scavalcare Diego. (Dal 75′ Pavoletti 6: Partecipa al forcing finale, inventa anche una bella giocata che termina con un tiro deviato sul fondo).
Callejon 6: Come domenica. Si muove tanto, tantissimo, cercando di aggirare Alex Sandro. Che, però, non è Asamoah e copre quasi sempre alla perfezione le sue spalle. E allora s’inventa trequartista aggiunto, poi s’allarga e tenta la giocata palla al piede. Spesso riesce a sfondare, l’assist per il goal di Insigne è un capolavoro di freddezza e visione di gioco. Porta a casa la pagnotta in un momento che sembrava critico dal punto di vista fisico. Calletì c’è e risponde presente, pur con qualche imperfezione.
Milik 6: Voto di fiducia, perché quando si rientra da un infortunio del genere non è mai facile ambientarsi di nuovo all’odore del campo da calcio. Splendido il tacco con cui imbecca Insigne, che a sua volta serve Callejon. Lo spagnolo divora la rete del vantaggio, ma resta il marchio di fabbrica del centravanti polacco. Per il prosieguo del primo tempo si fa vedere poco, tenta il mancino da fuori in avvio di ripresa: palla a lato di poco. Ultimo squillo un colpo di testa respinto da Neto. (Dal 60′ Mertens 7: Poco più di dieci secondi, forse il goal più veloce da subentrato. Fiuta l’errore di Neto come aveva fiutato quello di Asamoah domenica. Lì la sorte gli aveva voltato la faccia, stavolta non lo fa. Il portiere brasiliano cicca clamorosamente il pallone, lui lo appoggia comodamente in rete. Serve a poco, per salvare la faccia, ma resta un altro sigillo in una stagione favolosa).
Insigne 6,5: Il piattone che prende d’infilata Neto è quello che riapre la partita e il discorso qualificazione. Sembrava tutto chiuso, lui e Mertens trascinano il Napoli e lo risollevano dal baratro. Preciso, spietato e freddo. Caratteristiche che vengono meno quando tenta la giocata individuale o anche il traversone. Il lavoro d’abnegazione è tantissimo ed encomiabile come al solito, lui conferma le sensazioni di una stagione molto positiva.
Sarri 6: Rispetto alla gara di domenica ne cambia sei, Chiriches è la sorpresa di giornata. Aggiunge i centimetri di MIlik ma il suo Napoli difficilmente va sul fondo e lascia partire il traversone. La tenuta difensiva, poi, come al solito non è a prova di bomba. Anzi, tutt’altro: tre reti per qualificarsi sarebbero abbondantemente bastate, ma le solite lacune puniscono gli azzurri. Pesca la carta Mertens nel momento peggiore, la sua “cazzimma” partenopea porta al goal della speranza.
Articolo modificato 5 Apr 2017 - 23:21