Il circo più bello d’Italia si chiama Napoli

L’abbiamo capito: ad Allegri non piace divertirsi. Non con il calcio, almeno: del resto, vincere per la Juventus è l’unica cosa che conta. Che poi debba seguire un percorso netto o travagliato, non interessa, non stuzzica, quasi non conviene pensarci. “Per il divertimento si va al circo”, dice lui. E no, non si va ad una partita del calcio: sbagliate, o voi che lo chiamate spettacolo. Sbagliate, o voi che credete ancora in qualcosa di effimero e ben lontano dal risultato. Sbagliate, o voi che vivete di passioni ed emozioni. O forse no.

IL CIRCO PIÙ BELLO

Ma perché chi vince deve sempre avere ragione? Perché nella storia del calcio, alla fine, il contorno non viene apprezzato quanto la sostanza? Eppure è parte integrante: non aiuta a vincere, però aiuta a sentirsi diversi, belli, divertenti. Ché non è mica demoniaco, provare emozioni. E nemmeno sbagliato, in nessuna sua forma, in nessun elemento. Se Allegri lo chiama ‘circo’, allora Sarri dev’essere orgoglioso dei suoi giocolieri, dei suoi clown e pure dell’uomo sparato dal cannone. E dovesse incontrare ancora il livornese, dovrebbe pure spruzzargli l’acqua dal fiorellino nel taschino. Per vedere se è così spassoso, poi. E anche per dimostrargli che con la passione, con la forza delle idee, e magari con un pizzico di fare maniacale, una squadra non solo può essere meravigliosa, ma allo stesso tempo può vincere. E convincere, tutti. 

L’ULTIMO NUMERO

Ora questo Napoli ha però da andare in scena, ha da farlo nuovamente e per chiari obiettivi: evitare i preliminari e andare in scena sui più grandi palcoscenici d’Europa con l’intento di stupire, di nuovo. Del resto, un buon circo non deve solo avere buoni numeri da mostrare: deve farti immergere nel proprio mondo, tra strani soggetti e animali selvatici. Con i suoi momenti di pura adrenalina e qualche piccola deviazione sui copioni abituali. Mancano 7 spettacoli al termine della stagione, 7 ‘prime’ in luoghi diversi e con avversari diversi. Cosa resta? La bellezza spumeggiante di questa squadra, la sua convinzione, il suo sereno nelle notti che contano. Il suo coraggio: come quell’ultimo e spericolato lancio da cento sedie in una piscina piccola e stretta. Che funziona e fa sognare, esattamente come questa squadra. “Giocare peggio per far più punti”, scherza Sarri. Ma no, non è da Napoli. Che lo sa: i pagliacci son ben altri, non quelli mascherati. Non quelli che fan divertire ovunque vadano. Non quelli che tirano dritto, nonostante le parole, nonostante le beffe.

Cristiano Corbo

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