Reina 6: Una serata tranquilla, almeno nel primo tempo è spettatore di lusso: praticamente mai chiamato in causa. Nella ripresa il Napoli parte subito forte, va in vantaggio e, per quel che può, l’Udinese reagisce. Un solo brivido: il palo pieno dell’ex Zapata, sul quale nulla comunque avrebbe potuto. Altra occasione ed è lì che si guadagna la giornata: parata balzando all’indietro, seguita da un’uscita a liberare.
Hysaj 6: Attento in copertura e sempre propositivo in sovrapposizione, la spalla perfetta per Callejon. Corre tantissimo, va spesso al cross ed è una presenza costante. Avrebbe quantomeno meritato di essere servito da Mertens quando, sul 3-0, si fa praticamente sessanta metri andando ad inserirsi a sinistra. Quando gioca così è una sicurezza.
Albiol 6: Pochi, pochissimi grattacapi per il centrale spagnolo. Imposta come suo solito, gioca con sicurezza in uscita, copre con perizia quelle poche incursioni dei ragazzi di Gigi Delneri. Chiude attentamente ogni varco, il messaggio è chiaro: non si passa e così è stato.
Koulibaly 6: Aveva il compito, non certo semplice, di guerreggiare con un altro peso massimo come l’ex Duvan Zapata. Vince a mani basse la sfida col colombiano, chiuso, ingabbiato, annichilito. In velocità non si fa mai sopraffare, anzi, al contrario, spegne sul nascere ogni potenziale pericolo. È poco attento in una sola occasione, quando cioè Zapata stesso, di testa, rischia di riaprirla. Per il resto la sua è una partita di quantità e qualità.
Strinic 6: Il croato scalciava, fino a pochi mesi fa, invece oggi conferma quanto di buono fatto vedere nelle precedenti uscite. Una sicurezza, in fase difensiva. Se senza Ghoulam il Napoli perde qualcosa in fase di spinta, con Strinic invece trova un equilibrio anche maggiore. Difesa ma anche attacco, con i continui scambi con Insigne. Attento e meticoloso, non lascia possibilità di manovra ai giocatori bianconeri.
Allan 6.5: Un primo tempo sottotono, al contrario di quanto aveva fatto vedere in altre gare. Sbaglia qualcosa, sembra poco grintoso, una stranezza per un tipo come lui, sempre dinamico e propositivo. Detto fatto, nella ripresa sale in cattedra e si impone a centrocampo, sia rompendo il gioco, sia creando e spingendosi in avanti con le progressioni che, difatti, lo portano al primo centro in questo campionato, per ironia della sorte, proprio contro la “sua” Udinese. Un giocatore così è sempre prezioso. (Dal 65′ Rog: s.v).
Jorginho 7: Non gioca, disegna: è un geometra, mente in senso pieno. Fa la sua miglior partita in stagione, probabilmente, giocando con attenzione e tranquillità, coi tempi giusti e con una precisione da far invidia. Inventa e detta i tempi di gioco, fino a pescare con un passaggio straordinario il lesto Mertens che insacca e porta in vantaggio gli azzurri. Il centrocampo è affar tuo, la fonte cui è attingere sono i suoi piedi. È strepitoso, non sbaglia nulla e si regala una prestazione da ricordare.
Hamsik 6: Come Allan, anche lui gioca un primo tempo altalenante: sbaglia qualcosa, a tratti è impreciso, però poi rimette tutto a posto nel secondo tempo, dove si fa vedere come suo solito ed anzi, celermente, prova a portarsi ancora più vicino al mito Maradona, cercando la rete, mancata, questa volta, per pochi metri. Esce tra gli applausi del suo pubblico, visibilmente stanco ma non per questo meno protagonista. (Dal 73′ Zielinski: s.v).
Callejon 6.5: La sua prestazione, sontuosa, è oscurata solo da una ancora migliore di Jorginho. Per il resto è il solito Callejon che festeggia al meglio le 200 in azzurro, non solo per la rete che manda definitivamente K.O l’Udinese. Nel primo tempo è il migliore dei tre davanti, e il fatto che finisca spesso in fuorigioco non è certo una sua mancanza. Una spina nel fianco costante per la retroguardia bianconera, l’unico capace di arrivare puntualmente al cross. La rete della ripresa, dicevamo, è solo la ciliegina su una torta che più buona di così non potrebbe essere.
Mertens 6.5: Fatica molto nel primo tempo, perché la difesa dell’Udinese è perfetta e gli chiude ogni spazio: si trova stretto sui centrali fisici dei bianconeri, ma ecco che nella ripresa tira fuori il coniglio dal cilindro. Jorginho lo pesca benissimo, lui è intelligente a fare un passo in avanti, evitando il fuorigioco e creandosi così, da solo, lo spazio per sfondare e superare il muro disegnatogli su misura da Delneri. Ormai è attaccante a tutti gli effetti ma non teme di difendere: recuperare palla in quel modo su Badu che stava facendo ripartire i suoi è, francamente, roba per pochi. (Dal 72′ Milik: s.v).
Insigne 6: Widmer lo affronta come meglio non potrebbe, ma lui non si tira indietro ed anzi, gioca con sicurezza e con quella spavalderia da scugnizzo che ormai è il suo tratto distintivo. Va avanti e indietro, attacca, prova l’affondo, dialoga coi compagni e non si tira indietro nemmeno se c’è da coprire. Nella ripresa il gol manca solo a lui: lo cerca, tanto da provare un tacco che se fosse entrato avrebbe fatto venir giù lo stadio. Pensa poi alla rovesciata, ma lascia la palla al meglio posizionato Callejon ed il resto è storia. Bella partita, nel complesso, la sua: nella settimana che ha difatti sancito il nuovo accordo che lo legherà al Napoli, non c’è maniera migliore per festeggiare.