La Roma si ferma, il Napoli deve vincere. E lo fa con caparbietà, con “cattiveria” e precisione. Chirurgico quasi in certi momenti. Spietato sicuramente. Dopo un primo tempo a ritmi, se non blandi quanto meno insoliti per il Napoli, la ripresa vede gli azzurri aumentare nettamente il volume di gioco nella metà campo – dove s’è disputata la stragrande maggioranza della partita – dei friulani. Tanti altri record bruciati, e Roma ulteriormente avvicinata. La corsa al secondo posto non fa sconti, ecco perché serviva un Napoli convinto, solido e mai domo. Per ottenere ciò, Maurizio Sarri ha dovuto ricorrere a qualcosa di mai fatto, ovvero schierare per due volte consecutive la stessa formazione.
Il tecnico conferma, infatti, l’11 della sfida contro la Lazio. Difesa senza Ghoulam e con uno Strinic bello da vedere; un centrocampo dinamico e di qualità; attacco di folletti. Stessa formazione, stesso risultato: 3-0 alla Lazio, 3-0 all’Udinese. Un dato – quello sulla formazione immutata tra Lazio e Udinese – che può aprire a due possibili interpretazioni. La prima: gli azzurri sapevano di dover dare continuità al risultato di Roma contro la Lazio, e serviva quindi affidarsi ai migliori del momento. Ed effettivamente quelli che solitamente sono i ballottaggi, ovvero Zielinski-Allan e Diawara-Jorginho, hanno poi deciso il match del San Paolo. Jorginho con l’assist al bacio per Mertens; Allan con la rete del 2-0. Per far capire a qualche “chiacchierone” che quando c’è da pensare alla sostanza, di certo Maurizio Sarri non si perde in sperimentazioni inutili. Questi sono gli undici affidabili, questi vanno in campo. Senza giri di parole. Solidità: mentale, calcistica. Serve portare a casa punti, le rotazioni possono aspettare.
Seconda possibile interpretazione: questo Napoli può basare il proprio gioco su una serie di alternative di altissimo livello. Alternative singole che, inevitabilmente, influiscono sulle alternative di gioco. La formazione con Diawara e Zielinski, a un certo punto della stagione, sembrava la migliore in assoluto. Con Allan e Jorginho sempre un po’ più defilati nei pensieri di mister Sarri. E invece i due, nella doppia sfida, hanno dato prova delle loro immense qualità. Ed è forse questo che intende il tecnico toscano quando dice che a questa squadra non manca nulla. Questo gruppo è ormai composto da una serie di pedine capaci di offrire uno spettacolo sempre diverso. Un Napoli macina-gioco, un allenatore macina-idee.
Salvatore Nappo
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