Termina sul risultato di 2-2 la sfida tra Sassuolo e Napoli. Tra due filosofie di gioco simili sotto certi aspetti, ma così diverse sotto altri. Gli uomini di Di Francesco basano l’intero match su pressing in zone altissime di campo, e sulla marcatura di tutte le possibili traiettorie di passaggio quando il gioco si sposta in zone medie di campo. Se la fase di non possesso in queste due zone di campo sembra rasentare spesso la perfezione, molto invece lascia a desiderare la retroguardia neroverde. Poca collaborazione tra i singoli; reparto che spesso non tiene la linea; troppe letture sbagliate su palla coperta e scoperta.
Il Napoli, da parte sua, interpreta la partita come ormai è solito fare. Palleggio a ritmo elevato, cercando di creare lo spiraglio giusto per imbucare il pallone tra seconda e terza linea (centrocampo e difesa) dei padroni di casa. Nei pochi momenti che il muro alzato da Di Francesco a centrocampo vacilla gli azzurri ne approfittano per andare a trovare il goal del vantaggio. Tanta sfortuna nei pali colpiti dai partenopei, mentre le due reti subite restano un mix di superficialità e disattenzioni.
FASE DI NON POSSESSO DEL SASSUOLO IN ZONE ALTE E MEDIE
Come detto, i padroni di casa impostano la fase di non possesso tutta su pressing e marcature linee di passaggio. Una scelta tattica che paga nei primi quarantacinque minuti ma che poi, man mano che passa il tempo, si sfalda sempre più lasciando la retroguardia spesso esposta alla rapidità dei tre attaccanti azzurri.
ERRORI DELLA RETROGUARDIA DEL SASSUOLO E GOAL DEL NAPOLI
Nella ripresa, il Sassuolo non riesce a tenere a lungo i ritmi dei primi quarantacinque minuti. Questo porta a una maggiore esposizione della retroguardia agli attacchi degli azzurri, portando a galla tutti i limiti della linea difensiva neroverde. Già nel primo tempo, alcune lacune si sono evidenziate:
Il primo goal del Napoli nasce proprio da una pessima lettura della situazione di gioco da parte della retroguardia di casa:
FASE OFFENSIVA DI SASSUOLO E NAPOLI
Il Sassuolo, come detto precedentemente, basa tutta la fase di possesso sulla riconquista e successiva transizione positiva. Quando la marcatura delle traiettorie ha risultato efficace, i padroni di casa arrivano rapidamente alla verticalizzazione per Defrel o per uno tra Ragusa e Berardi per cercare di sfruttare il tanto spazio lasciato dalla linea altissima del Napoli:
Altra classica giocata del Sassuolo, nel caso in cui il recupero palla non porti all’immediata verticalizzazione, è il movimento tra le linee dei due interni di centrocampo: Pellegrini e Duncan:
La fase offensiva del Napoli, invece, si muove, come al solito, sulla classica giocata di “palla avanti-palla dietro-palla dentro”, spesso però annullata dalla capacità del Sassuolo di chiudere tutte le linee di passaggio:
LE DUE RETI DEL SASSUOLO
I due goal che portano al momentaneo vantaggio dei padroni di casa sono frutto di disattenzioni e superficialità. Il primo goal, infatti, nasce da una cattiva lettura di Hamsik che scarica verso Reina senza rendersi conto dell’imminente pericolo. Anche se l’errore decisivo resta di Callejon qualche secondo prima:
Sul secondo goal del Sassuolo, errore del Napoli che lascia campo attaccabile dai padroni di casa. Unica “scusante” la posizione spalle alla porta di Ragusa che non lascia pensare a uno scarico dietro:
Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » LAVAGNA TATTICA - Pressing e marcature traiettorie perfette del Sassuolo, ma il Napoli sfrutta gli errori della retroguardia neroverde