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Due punti persi sulla Roma sono tanti. Specialmente se il patatrac del Napoli arriva a poche giornate dal traguardo. E a maggior ragione dopo aver recuperato altrettanti punti nel turno precedente. Quello degli azzurri a Reggio Emilia è, in definitiva, un harakiri che riduce al lumicino le speranze per il secondo posto.
L’ingenuità e l’immaturità del Napoli sono emerse in un lunch-match dal sapore amaro. Un harakiri, appunto. Un suicidio. Firmato, soprattutto, dagli errori individuali di un Napoli che gioca ad intermittenza. Troppo immaturo per gestire il vantaggio maturato grazie a Mertens.
Colpa – sì, colpa – di Hamsik. Storia di un retropassaggio scellerato, una scelta tecnica sciagurata che porta al pareggio di Berardi. Il capitano è solo, smarcato, ha da disimpegnare un pallone che il Napoli ha portato fuori dall’area. Lo gioca di testa, all’indietro, verso Reina, senza curarsi di chi arriva. Berardi, per l’appunto. Che fiuta l’affare, l’opportunità di tornare al goal su azione dopo otto mesi. Raccoglie il pallone, supera un basito Reina, deposita in rete.
La partita di Hamsik è tra le peggiori in una stagione comunque eccezionale. Nessuna intenzione di sminuire, dunque, il valore del calciatore. Epperò la gara è negativa: non incide in zona goal, è macchinoso quando deve impostare. In generale non brilla. E risulta, dunque, il peggiore in campo.