Due anni di Napoli intensi, poi mesi travagliati tra l’esonero dal Real Madrid e la retrocessione con il Newcastle. Ora, però, la promozione in Premier League.
Rafa Benitez si racconta al Corriere dello Sport, ripercorrendo inizialmente la cavalcata trionfale di quest’anno: “Abbiamo provato, ci siamo riusciti. Avevamo una responsabilità enorme, e la sentivo anche io che qui sono diventato un idolo. S’è creata subito empatia. La promozione è un regalo per tutta Newcastle“.
Ma Benitez segue ancora il campionato italiano? Risponde così: “La Championship tiene impegnati. Osservo in superficie, diciamo che resto aggiornato. Non è un caso che non sia cambiato molto da quando sono andato via. La Juventus è una società all’avanguardia, che ha anche potere economico. Possono spendere, e lo hanno fatto comprando non solo giocatori come Higuain, Pjanic e Benatia, ma anche giovani di valore. Si sono rafforzati e hanno indebolito le principali concorrenti. La loro egemonia può durare, la distanza con Roma e Napoli è ancora netta. E il bilancio aiuta a fare la differenza. Per colmare il gap servono tempo e idee. Roma e Napoli continuano ad arrivare subito dietro la Juve, ma sono anche davanti a tutte le altri: è un segnale importante“.
E ancora: “A Napoli parlavo di business plan? Lo facevo anche all’Inter. Bisogna costruire progetti anche senza essere i più facoltosi, e a Napoli lo facemmo. Cedemmo Cavani, ma facemmo investimenti mirati che ancora durano: Reina, Callejon, Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho e Albiol oggi sono l’ossatura della squadra“.
Sul suo biennio a Napoli: “Ci siamo divertiti, tranne nell’ultima giornata di campionato, quando verso la fine della partita-spareggio con la Lazio sbagliammo il rigore che non ci fece arrivare nei preliminari di Champions. Gettai le basi che ora ancora durano. C’era bisogno di acquisire dimensione internazionale, ciò che oggi c’è. E poi i successi non possono passare in secondo piano: abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Fiorentina e la Supercoppa italiana contro la Juventus. A Doha battemmo un’avversaria ritenuta imbattibile“.
Sul rapporto coi presidenti De Laurentiis e Moratti: “Meglio con ADL? Abbiamo fatto ciò che si poteva: non è un difetto avere una disponibilità economica inferiore ad altri club. De Laurentiis fu bravo a portare il Napoli a essere sempre tra le grandi. Se c’è anche qualcosa di mio nella squadra allestita, e penso ci sia, ne sono orgoglioso. Poi le strade si divisero per visioni differenti, ma con rispetto reciproco. Se seguo il Napoli? Quando posso sì. E lo faccio con simpatia, è una città meravigliosa con un pubblico fantastico. Il Napoli è una parte importante della mia vita: ho conosciuto posti, tradizioni, uomini con i quali non mi ero mai confrontato“.
Infine su Sarri: “Gioca un bel calcio, segna molto e diverte. Gli auguro di vincere, è il prossimo passaggio“.
Articolo modificato 30 Apr 2017 - 08:44