Sarri ha fatto in tempo ad avere una difesa. E forse è questa la notizia più bella: perché in una Milano completamente dominata – a discapito del risultato -, resiste la prestazione. Bella da morire, solida come richiedeva l’allenatore. E poi sì: finalmente matura. Senza errori, sbavature o incertezze. Senza nemmeno qualche patema, e pure con un po’ di fortuna. Che di questi tempi, mica guasta? Macché: è sicuramente meritata. E sudata.
Chissà se poi Sarri ha proseguito nello stesso modo: posizionandoli con la forza, i suoi uomini. Divulgando nozioni difensive e spiegando in modo spicciolo i movimenti da fare. Questo di qua, quest’altro di là: insomma, come si faceva una volta. Con tutti i dvd del mondo, chiaro: ma con tanto allenamento sul campo, tra ore extra ed una fissazione che sfiora le labbra dell’ossessione. Del resto, così si diventa grandi: ancor più se le basi sono da costruire, ancor più se l’errore umano è quel che fondamentalmente limita una squadra con ben pochi punti deboli. Dare un compito, riuscire, poi passare al successivo: questo è il diktat presentato dall’allenatore toscano ai suoi difensori. Che hanno risposto alla grande, annichilendo sulle fasce Eder e un bizzoso Candreva, quindi annullando completamente ogni tentativo d’offendere made in Maurito Icardi. L’attacco nerazzurro – l’unica arma a disposizione per i sogni di Pioli – chiuso e accartocciato in una prova di forza con pochi eguali.
Ha superato un altro esame, il Napoli: quello della sofferenza. Perché disunirsi sul finale di gara era una grana tutta da evitare, e assolutamente non scontata dati i binari in cui questa partita s’era incanalata. Solidità d’azione e di pensiero, attenzione capillare al minimo dettaglio. E sopra ogni cosa: cercare sempre d’anticipare le mosse dell’avversario, magari entrando e sradicando fastidi altrui proprio sul nascere. Ecco perché tatticamente questo Inter-Napoli resta indiscutibile, sponda azzurra.
Ecco perché Sarri, finalmente, ha la difesa che voleva sin da Dimaro. E quella che ha provato, e che francamente merita. Tutti hanno ‘funzionato’, tutti hanno partecipato e non si sono lasciati sopraffare da un arsenale con mille potenzialità e voglia d’esplodere. Ché l’Inter, nonostante l’unico punto accumulato nel mese d’aprile, non si disinnesca tagliando un semplice filo giallo.
Si disinnesca con pulizia e qualità. Ah, a proposito: questo Ghoulam s’è fatto sentire. Davanti e indietro, correndo e dispensando qualità. Sempre un gradino superiore, non foss’altro per quel sinistro che sa insegnare e disegnare traiettorie a dir poco deliziose. Magico davvero, Faouzi. Che ha aspettato San Siro più delle migliaia di napoletani accorsi in una Milano completamente azzurra. I tanti fortunati, sugli spalti del Meazza, hanno potuto ammirare anche un fortunato ritorno: perché stavolta Ghoulam non va da nessuna parte. È titolare e tale resterà. Giocando così, magari. Tra una sgaloppata e l’ennesimo tentativo dal corner: Sarri l’ha sempre voluto e immaginato in questo modo. Così come questa difesa, così attenta, così precisa. Senza ‘cazzate’. E senza troppe preoccupazioni. Del resto, l’ansia è di chi è insicuro. E questo Napoli viaggia sulle ali della consapevolezza.
crico