“Difesa? Secondo lei siamo una squadra compiuta? Son contento, ho letto che siamo incompiuti”. Così ieri Maurizio Sarri esordisce in conferenza stampa dopo aver vinto la partita contro l’Inter. Insomma con una frecciatina molto probabilmente indirizzata a La Gazzetta dello Sport che qualche giorno fa aveva scritto del Napoli come grande incompiuta. Beh, c’è da dire che i partenopei tendono a non saper sempre sfruttare le golose occasioni che si presentano nel corso della stagione e ciò potrebbe essere sintomo di poca maturità, ma non bisogna farsi risucchiare dalla voragine della superficialità e andare più a fondo.
Con il tecnico ex Empoli infatti, da due anni a questa parte, dal punto di vista qualitativo, mentale e di risultati ci sono stati grossi passi in avanti. Basterebbe citare qualche record come quello di punti dopo 34 giornate, rispettivamente 73 e 74, a cui anche le annate scudettate si sono arrese. E, ancora dati alla mano, il più lungo numero di vittorie in trasferta (11) in un’unica stagione che tra l’altro non è ancora giunta al termine. A dimostrazione che il Napoli ha bisogno del San Paolo, la sua culla, ma non vi è dipendente. Sa vincere ovunque, quando vuole. Inoltre a Sarri va dato merito di aver inculcato nell’ambiente una precisa dottrina difensiva che prima d’ora non si era granché vista e un sistema di gioco da far invidia a club ben più blasonati. L’attacco funziona bene e lo dimostrano la miriade di gol fatti l’anno scorso, grazie ad Higuain ed il suo piede infallibile, e quest’anno grazie ai folletti Mertens e Insigne.
All’apparenza quindi pare non manchi nulla, solo che tornano prepotenti quei black-out quando non devono come con l’Atalanta ed il Sassuolo. C’è ben poco da fare: sarà sfortuna? Sarà mancanza di concentrazione? Troppe domande non bisogna porsele, si deve solo pedalare e guardare avanti. Mai indietro, come una macchina da guerra. Sì, perché in fondo al Napoli manca solo un’armatura forte che sappia proteggerla dagli agenti esterni, che sappia renderla immune dalle polemiche. Quest’ultime fin troppe, inutili. E magari, in estate, qualche acquisto di spessore non a livello qualitativo ma caratteriale, d’esperienza. Brutto e cattivo. De Laurentiis permettendo…
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