Birthday boy, festeggiato, protagonista indiscusso. Nel giorno del proprio compleanno si è al centro del mondo, ci si libera di ogni fardello, di ogni problema. Il fardello di Dries Mertens si chiama futuro, un’incognita. Lui non ne vuole sapere, e se in campo gioca sempre su questi livelli poco male. Trenta candeline non sono poche, danno un’esperienza e una maturità mentale e fisica invidiabili.
A lui bastano due minuti per fare e farsi un regalo: sfugge alla retroguardia, scappa via a Salamon, trafigge Rafael. Due minuti e ventinove goal in stagione. Il resto del primo tempo è una mistura di protagonismo e rammarico. Perché Dries è ovunque, su ogni pallone. Crea tantissimo, assiste i compagni ma principalmente arriva al tiro con grande, grandissima costanza. Calcia a lato, poi cicca in malo modo su un regalo di Salamon.
L’avvio di ripresa è diverso, da cecchino: riceve al limite, ancora da Ghoulam, e calcia. Rete. Trent’anni, trentesimo goal in stagione. Sì, a quell’età, il terzo zero, si raggiunge una maturità che prima non si possiede. Non è facile imparare un ruolo inedito, calarsi d’improvviso nei panni del centravanti. Lui l’ha fatto – e ora si gode la meritata ricompensa. 
La partita, però, non è finita: Dries ha ancora il tempo di regalare un assist pregevole ad Insigne. Due reti, un passaggio vincente. La somma è una prestazione perfetta. Nel giorno del compleanno, tra l’altro. Forse vale doppio. Sì, è Dries Mertens il migliore in campo di Napoli-Cagliari.