Si parla troppo di chi va in campo, e troppo poco di chi siede in panchina. E’ così da sempre, e forse è inevitabile. Almeno qui allora ci riserviamo di elogiare il lavoro di quello che è a tutti gli effetti il miglior tecnico del campionato italiano.
Lo spettacolo delle marionette attira il bambino non tanto per il pupazzo che ‘prende vita’, ma per il mistero che si cela dietro il movimento delle stesse. E come un bambino, chi assiste allo spettacolo che offre questo Napoli rimane estasiato dal come sia possibile che un uomo solo possa far si che 11 pedine si muovano in maniera così coordinata e spettacolare.
Il lavoro del tecnico azzurro è infatti degno di un grande puparo, un uomo che ha bisogno di avere sotto controllo ogni aspetto della sua squadra, ogni movimento dei suoi giocatori. E non è falsa modestia il rammarico per il gol subito al 93′, ma soltanto l’amarezza di chi non è riuscito a completare in maniera eccellente l’ennesimo capolavoro calcistico. (Sarri rammaricato per il gol subito – LEGGI QUA)
SARRI E IL SUO POPOLO: I TIFOSI LO ELEGGONO PALLONE D’ORO
Una di quelle massime non scritte nel calcio recita: “Quando un allenatore diventa idolo di una tifoseria, anche più dei suoi calciatori, allora ha compiuto un lavoro straordinario!”.
E quando è apparso lo striscione in Curva B, in cui si consegnava idealmente il Pallone d’Oro a Maurizio Sarri, la sensazione è stata proprio questa, quella di avere un tecnico che ha impresso così tanto la sua impronta sulla squadra, da meritarsi l’abbraccio di tutta la Curva che lo riconosce come l’artefice del fenomeno Napoli.
Ed il mister ha pensato di ricambiare l’affetto ricevuto nell’unico modo che conosce, attraverso il gioco. La partita con il Cagliari infatti è stato l’epitome del sarrismo: gioco palla a terra ubriacante, costanti tagli degli esterni e una perpetua sensazione di pericolosità. Poi ci sono i dati: 28 tiri; 74% di possesso palla; 91% – novantuno! – di precisione di passaggi; 102 gol stagionali (nella stagione del post-Higuain); 81 gol in campionato (massimo di sempre e con 3 partite da giocare), e potremmo andare avanti per ore.
Numeri pazzeschi per un allenatore fuori dal comune: e per una volta di quel gol subito sul finale ci importa veramente poco.