Pier Paolo Marino, presente a Palazzo San Giacomo per la celebrazione dei 30 anni del primo scudetto azzurro, e della celebrazione del team vincente di quell’anno, commenta in maniera nostalgica la stima ed il rispetto provati verso Corrado Ferlaino, presidente del Napoli 30 anni fa.
“Lasciatemi ricordare il grande lavoro di Italo Allodi: è stato quello che ci ha dato la convinzione che stavamo in un progetto vincente. Italo era come una grandissima chioccia, ha portato in azzurro un attaccante che io definisco il più completo della storia del calcio italiano: Bruno Giordano. Ricordando che non c’è più devo citare Carletto Iuliano, che era il mentore del presidente, uomo di pubbliche relazioni. Poi ancora Dino Celentano, l’uomo che coordinava tutta la logistica dei calciatori: li aiutava in tutti, anche Maradona quando doveva nascondersi dall’affetto asfissiante della gente.”
Non poteva mancare ovviamente la menzione per il capitano Giuseppe Bruscolotti: “Ringrazio poi Bruscolotti. Italo Allodi decise che bisognava dare la fascia a Diego per responsabilizzarlo. Convocai Beppe per comunicarglielo: “Direttò, ma voi lo sapete che tengo quattro anni più di voi? Mi volete dire che devo dare la fascia a Diego? E io l’ho capito da solo, non c’è bisogno che me lo dite”.
Una conclusione che non poteva non passare per Diego: “Ma tutti i calciatori di quella squadra vanno citati, tutti hanno preso parte a quell’impresa. È un’emozione fortissima essere qui. Diego ci ha aiutato a vincere, ma la squadra è stata costruita intorno a lui con dei valori. Non a caso quando mancava Maradona, vincevamo comunque per dimostrare che non c’era solo lui, ma una squadra di grandi uomini e poi di grandi calciatori”.