VIDEO – De Laurentiis: “Col Napoli 13 anni di successi in una città massacrata. Higuain si lamentava dei suoi compagni, alla Juve è un rimorchio”

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato durante un incontro con l’Associazione Stampa Estera in Italia (Qui per le anticipazioni di ieri). Ecco le sue dichiarazioni:

BRAND NAPOLI – Ho assunto Serena Salvioni e altri quattro elementi per lavorare sul brand del Napoli all’estero. 

PROGETTO NAPOLI – Quando arrivai il Napoli non esisteva più, l’avrei potuto chiamare in qualsiasi modo, infatti lo chiamammo Napoli Soccer proprio per creare una distinzione, un nuovo viaggio, partendo dalla Serie C. Non abbiamo ereditato nulla dal passato se non la storia. La mia non è stata una rifondazione, ma la creazione di qualcosa di nuovo. Se consideriamo che in tredici anni il club ha dovuto militare due anni in serie C, un anno in serie B, e da otto anni è l’unica squadra in Italia che consecutivamente, rispettando il fairplay finanziario, gioca in Europa, credo che sia stato un percorso di successo. Considerando che Inter, Milan, Juventus hanno fatturati molto più alti, noi raggiungiamo un massimo di 140 milioni quando riusciamo a giocare in Europa, ma sono otto anni che ci andiamo. Il Napoli oggi ha un valore molto alto, al di là del patrimonio calciatori, perché è una società che non ha debiti. Abbiamo dimostrato che in una città come Napoli, malata, massacrata, distrutta da cattiva gestione e dalla stampa internazionale, volendo si può lavorare con successo. Se si hanno idee chiare, forza di non ascoltare la politica e la sfrontatezza di andare avanti coraggiosamente per la propria strada, si può avere successo anche in Italia.

STADIO – Bisogna fare un ragionamento che non possa prescindere da un excursus decennale. Dieci anni fa la realtà era diversa perché non esisteva così clamorosamente lo sviluppo di uno stadio virtuale. Nel 2004, quando arrivai, nessun giornalista capì cosa volesse dire. E nemmeno negli anni successivi. Mi ruppi le scatole e spiegai tutto: cioè che lo sviluppo della televisione avrebbe trascinato la passione dalle tribune alle case. I ragazzini oggi hanno un’attenzionalità, una capacità ridotta di essere attenti, sono meno riflessivi a causa della loro voracità su internet e la telefonia mobile. Noi siamo per approfondire, loro per navigare, scorrere. Non è detto che abbiano la capacità di assistere ad una gara di calcio per 90′, vogliono avere subito i gol, vedere altre squadre. Oggi vediamo tutto, i campionati stranieri e anche quando trasmettono la partita della squadra nemica, per noi la Juventus, la guardi, ti interessa. Si è passati dalla carta stampata a vedere miliardi di immagini. Bisogna capire chi va allo stadio. Le famiglie? Magari, sapete quanti stadi costruirei? Secondo un rapporto Nilsen I simpatizzanti azzurri sono 120mln nel mondo, mentre i tifosi veri 35mln, di cui 17 mln negli USA. Possono andare tutti allo stadio?

IL RAPPORTO CON IL CALCIO – Dovete pensare che nel 2004 ero a Los Angeles, da un film prodotto per 70 milioni di dollari, lascio Angelina Jolie, Gwineth Paltrow e Jude Law e durante una settimana di vacanza a Capri con Danny De Vito, leggo che il Napoli non esisteva più ed in una settimana decido di cacciare di tasca mia 33 milioni per comprare una sola denominazione. Di una società che non ha vinto nulla, due Scudetti, ma che ha avuto la fortuna unica di avere il più grande di tutti, cioè Maradona. Non sapevo nemmeno dove avremmo giocato, mi dissero C1 al posto della C2. Ed io passai da Angelina Jolie a Martina Franca a prendermi gli sputi in testa. In un’altra città ci chiudemmo negli spogliatoi perché mi volevano ammazzare. Io non sapevo nulla di calcio, quando mi dicevano 4-4-2 rispondevo: “È come sedersi a tavola?”. Ero uno spettatore, ma che apprendeva, studiava il calcio. Se fossi stato un tifoso acceso dall’inizio, probabilmente mi sarei fatto trascinare in una meno attenta visione dei fatti. Non reagisco mai ad esempio, mia moglie invece si dispera, anche essendo una ginevrina. Io sono impassibile, cerco di evitare anche di parlare nel post partita perchè c’è il tifoso in te e dichiarazioni possono disturbare. Poichè voi giornalisti provate sempre ad accendere la miccia mi sono abituato a non passare nemmeno più per la sala stampa, evitando di dire cosa penso da tifoso.

HIGUAIN – Non si tratta di delusione. Quando contrattualmente stabilisci una clausola per evitare che te lo portino via e c’è un pazzo che paga quella cifra non puoi dire di no. La Juventus non avrebbe dovuto farlo dal punto di vista etico e Higuain non avrebbe dovuto accettare. Maradona dice che non sarebbe mai andato in nessun’altra squadra Italia. La cosa sgradevole era che il fratello mi diceva che Higuain si lamentava della scarsità dei compagni e a me non sembra siano scarsi. Mertens è diventato un centravanti da 30 gol, siamo l’unica squadra con 4 giocatori in doppia cifra di gol. Ce l’aveva con Callejon e quando gli ho allungato il contratto, perchè è una persona straordinaria,  il problema è stato suo, non mio. Il fratello dice che va alla Juve per vincere, ma io gli potrei dire che la Juve ha vinto anche senza di lui tanti scudetto. È di rimorchio, non fondamentale. Scelta inopportuna senza stile, a differenza di Cavani e Lavezzi… vedete loro dove sono andati.

CALCIO ITALIANO –  Real Madrid e Barcellona hanno preso il posto di Milan e l’Inter di prima. Per risollevarlo bisogna dare un calcio alla legge Melandri senza aggiustarla. Lotti sta provando a modificare, ma è un grande errore, bisogna avere il coraggio di cancellare la legge del 1981, sostituendola con una più snella. Il ministro dello sport dovrebbe fare di conseguenza una legge innovativa, che privilegi il fatto di poter crescere economicamente per essere competitivi con l’Inghilterra, Spagna, Germania, aumentando il fatturato. Andare a vedere come fanno le assegnazioni dei diritti tv in quei paesi e prendere il meglio di ognuno per recuperare il gap.

 

 

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