Nell’ultima settimana si è parlato molto del contratto che lega Maurizio Sarri al Napoli. Il tecnico toscano, nella conferenza stampa che ha anticipato la gara col Torino, con il suo classico stile coriaceo si era lasciato andare ad un’affermazione che ha aperto non poche discussioni: “Io devo tanto a De Laurentiis e gli sono grato, perché ha avuto il coraggio di credere in me. Ma al prossimo accordo vorrei arricchirmi”.
E allora vai con la girandola di possibilità, ipotesi, prontamente fermate dal tecnico che ha precisato: “Non mi riferivo a De Laurentiis, non mi sono mai permesso di chiedergli altro”.
Già, perché il contratto di Maurizio Sarri con il club azzurro, stipulato un anno fa a campionato appena concluso e con la gioia della Champions conquistata, gli è valso già il raddoppio dell’ingaggio rispetto al primo accordo dell’estate del 2015 (da settecento mila euro agli attuali 1,4 milioni). Ma com’è strutturato esattamente questo accordo? Lo spiega questa mattina Il Corriere dello Sport:
“Stavolta c’è un quadriennale particolare: scadenza fissa nel 2020 (con il primo biennio ad 1,4 milioni, il secondo ad 1,5 milioni di euro), però con la possibilità – ora bilaterale – di divorziare nel 2018: il Napoli, se volesse, versando un milione di euro e Sarri, nel caso in cui ne sentisse il bisogno, attraverso il pagamento di una penale da 8 milioni di euro”.
Articolo modificato 16 Mag 2017 - 07:55