Un gesto. L’atto finale, o quasi,di una campagna rinnovi a tratti estenuante, attesa da una piazza intera. Con Dries Mertens la dirigenza azzurra, con il patron Aurelio De Laurentiis in testa, chiude il cerchio di un lavoro certosino partito da lontano, dall’estate scorsa, rinnovando in blocco – manca Ghoulam all’appello – i contratti dei pretoriani di un gruppo che merita le gratificazioni ottenute, in un percorso che non ha lesinato dubbi, incertezze, timori più o meno fondati.
Un atto di forza, perché il Napoli non smantella, anzi. Rilancia, perché il gruppo costruito a partire dall’arrivo di Rafa Benitez in riva al Golfo ha ampiamente dimostrato di poter entrare nel vivo di un ciclo che non si accinge al termine, tutt’altro. Maturo, forgiato da stagioni sempre sul pezzo, ad altissimo livello. Puntellato, nel corso degli anni, poi scosso da una cessione inaspettata. Poteva rappresentare un terremoto, in molti avevano vaticinato il crollo verticale, frattura insanabile di un giocattolo difficilmente ricomponibile. E invece no, parola ai numeri: 107 reti in stagione, quattro interpreti in doppia cifra. Bocche di fuoco che ammaliano tifosi e amanti del bel calcio e, di converso, incutono timore nei malcapitati avversari. Dunque, a conti fatti, una ferita aperta ma rimarginata, a suon di reti, danzando sulla melodia di un calcio ammirato, apprezzato ad ogni latitudine. Nonostante gli imprevisti, gli incidenti di percorso. Raggiungendo un vero e proprio nirvana calcistico aperto a tutti. Fruibile gara dopo gara, una gioia per gli occhi. E con un trend che nel girone di ritorno parla da sè: nessuno in grado di tenere il passo, la Roma a due incollature, la Juventus distante cinque lunghezze. Un monito, al netto delle contingenze – i bianconeri in lotta su tre fronti fino all’epilogo stagionale – ma che chiarisce il quadro del ritmo che questo gruppo ha nelle corde.
Maurizio Sarri è stato accontentato, l’accordo ormai solo da suggellare che vede il belga rinnovare, scacciando i fantasmi di un ciclo agli sgoccioli rappresenta un segnale preciso. Mano al libretto degli assegni, perché i numeri del belga, così come gli altri accordi contrattuali raggiunti in quest’annata, hanno richiesto una gratificazione che è tutta nelle cifre, importanti, con le quali il Napoli ha dato una corposa sterzata verso l’alto al monte ingaggi.
Ora, in attesa di un finale di stagione ancora – a conti fatti – tutto da vivere, lo sguardo volto al futuro non può che sorridere, smagliante. Carezzare un progetto che ha dimostrato di necessitare di piccoli accorgimenti, ultimi ritocchi prima di fare la storia, per davvero. Oltre i record demoliti in due stagioni a perdifiato. Con la prospettiva di poter cogliere, finalmente, il massimo della posta. Manca poco, pochissimo. E l’estate alle porte rappresenta un’occasione da non poter far sfiorire, così, tra le dita. Che sia qualificazione diretta in Champions o preliminare, l’ultimo step va colto, al volo. Sprecarlo sarebbe un peccato mortale, inutile nasconderlo.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 19 Mag 2017 - 00:33