Un Napoli, se non il migliore della storia, che ha infranto una serie spaventosa di record e col miglior gioco d’Italia merita gli elogi di un personaggio come Arrigo Sacchi. Infatti ecco quanto scritto dall’ ex Milan nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport: “I tifosi del Napoli danno a tutti un segnale importante di crescita culturale e sportiva, che valorizza l’impegno e la bellezza a prescindere dal risultato finale. Sarri e i suoi ragazzi stanno dimostrando che ci si realizza non soltanto attraverso la vittoria, ma anche grazie all’impegno del gioco e al divertimento che si produce. Il successo è importante, ma quando è sostenuto dalla bellezza: un valore che nazioni come Brasile, Spagna e Germania non hanno mai disconosciuto. Gli azzurri hanno dato tutti se stessi con generosità e non solo: hanno emozionato i propri tifosi e hanno ricevuto l’ammirazione delle tifoserie avversarie. Ebbene, questa squadra è già nella storia. Gli uomini del maestro Sarri, uno dei migliori allenatori del mondo, hanno dato spettacolo in tutti gli stadi con una crescita di gioco e un dominio totale impressionante”.
Si sofferma poi sulle conseguenze della cessione di Higuain: “Molto probabilmente i cultori del calcio individuale mai avrebbero previsto che, dopo la vendita di Higuain (con i suoi 36 gol in campionato) e l’infortunio grave di Milik, il Napoli avrebbe avuto il migliore attacco della A con 94 gol. Maurizio con la sua genialità e capacità didattica ha saputo conquistarsi la stima e la fiducia dei suoi giocatori, che lo seguono con entusiasmo. Il gioco è il vero leader e tutta la squadra cresce vertiginosamente”.
Su un possibile trofeo: “Quando gli azzurri, oltre a regalare spettacolo e divertimento, riusciranno anche a vincere un importante trofeo compiranno un’autentica impresa, ma ciò non si può programmare. Oggi Maurizio e i suoi generosi ragazzi propongono un calcio che annichilisce gli avversari. Però sarà importante mantenere la generosità, lo stile di squadra e l’entusiasmo senza protagonismi e gelosie. Chissà che, continuando a migliorare e prendendo sempre più fiducia e consapevolezza di se stessi, non possa arrivare qualcosa di eccezionale. Intanto Sarri continuerà a migliorare i propri giocatori attraverso l’organizzazione di squadra e il gioco. Non punterà sul singolo, come quasi sempre si è fatto in Italia, ma sul collettivo”.