Il minor numero di infortunati e indisponibili nel quadriennio 2013-2017 rispetto a tutti gli altri club di Serie A.
Prevenzione, ricerca, competenza, innovazione.
Ma probabilmente non basta.
Alfonso De Nicola, responsabile dello staff medico della SSC Napoli, ha il contratto in scadenza al 30 giugno 2017 ma, al contrario delle dichiarazioni di rito rilasciate anche ai nostri microfoni, la trattativa per il rinnovo non procede in maniera agevole.
“Il rapporto con il club sarà solido e duraturo“, parole che, a una prima e superficiale lettura, potrebbero far apparire lontane le eventuali nubi.
La realtà, invece, è un po’ diversa.
Il medico sociale, che nell’ultimo biennio ha percepito 150.000 euro a stagione, forte dei risultati ottenuti in questi anni, sia in termini di prevenzione che di recupero infortuni (come dimenticare i recuperi lampo, su tutti, di Insigne e Milik), incontrando la società ha chiesto una maggiore valorizzazione del proprio lavoro ed un raddoppio del proprio ingaggio: 300.000 euro e tre anni di contratto.
La stessa cifra che da Roma, sponda giallorossa, sarebbero pronti ad accontentare in toto e senza battere ciglio, lasciando piena autonomia contrattuale a De Nicola anche su ruoli e compensi per il suo staff di collaboratori.
Il Napoli nei primi incontri per il rinnovo del contratto non ha mostrato particolare interesse nella rinegoziazione ma, proprio nelle ultime ore, qualcosa si sta smuovendo e pare che la “frattura” – molto marcata fino a qualche giorno fa – possa essere in via di guarigione al punto da lasciar trasparire un cauto ottimismo.
Metafore a parte, il Napoli non può permettersi di perdere un top player del settore perché le partite, è bene ricordarlo, non si vincono solo sul campo. Alfonso De Nicola, oltre un’immensa professionalità confermata dai risultati medici ottenuti sin qui, è uno di quei lottatori solitari di una battaglia empatica che, in rappresentanza del Napoli, porta avanti sul territorio con iniziative benefiche e costante contatto umano con tifosi ed addetti ai lavori.
Figura che a trecentosessanta gradi rafforza un club di cui, troppe volte, se ne accusa la mancanza di figure dirigenziali, sia numericamente che qualitativamente.
Non è un caso se la Roma, dinanzi all’ennesima rivoluzione, stia pensando proprio a lui. Ancora una volta così come due anni fa.
In una stagione in cui le aspettative sul Napoli sono altissime e la stagione apre le porte troppo presto, con un preliminare di Champions League già a metà agosto, l’unico rischio che non si deve correre è proprio quello di correre rischi: e l’eventuale partenza di Alfonso De Nicola, e con sé anche di Enrico D’Andrea e Raffaele Canonico, suoi validissimi collaboratori supportati anche dai fisioterapisti (Massimo Buono, Giovanni D’Avino, Fabio Sannino, Marco Romano e Marco Di Lullo), potrebbe rappresentare un danno immane per Maurizio Sarri e i suoi uomini.
Le parti si incontreranno nuovamente nelle prossime ore per l’accordo definitivo ma la SSC Napoli, consapevole dell’offerta della Roma, si troverà dinanzi a un bivio molto pericoloso: accontentare Alfonso De Nicola tributandogli un giusto riconoscimento per quanto fatto fin qui oppure rivoluzionare l’intero staff e, allo stesso tempo, “regalare” un top player ad una squadra rivale.
Quella Roma che, proprio nell’ultimo anno, pur non passando un anno fantastico dal punto di vista infortuni e recuperi, basti pensare al caso Florenzi, ha terminato il campionato davanti al Napoli.
Antonio Manzo