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Perché Mattia De Sciglio, numeri alla mano, potrebbe essere il giocatore ideale per il Napoli

De Sciglio rappresenta il prototipo di terzino moderno. È abile con entrambi i piedi e capace di giocare in entrambe le fasce senza difficoltà, una caratteristica non comune e molto richiesta dagli allenatori al giorno d’oggi. Questo gli consente di adattarsi a più moduli con difese a 3, a 4, o a 5 a seconda delle esigenze della squadra e di essere un giocatore molto versatile in campo. Infatti pur avendo cambiato sei allenatori in 5 anni (escludendo le 5 partite del suo campionato di esordio) la stima di ognuno di essi non è mai venuta meno, posto al centro del progetto dall’intero staff tecnico, ottenendo il 93% di presenze da titolare e una media di 82’ a partita.

Sebbene una delle sue migliori stagioni sia stata quella d’esordio con Allegri, nel corso degli anni De Sciglio ha dimostrato di sapersi migliorare in molti aspetti malgrado vari infortuni che hanno inficiato sul suo sviluppo di crescita. Essendo però una pedina fondamentale per la sua squadra è stato costretto in più di una occasione a giocare sul dolore, come prova l’ultima stagione con Montella. Questo dimostra quanto “l’Uomo” De Sciglio sia attaccato alla maglia che porta fin da quando era piccolo. La maglia rossonera del Milan. E che nonostante le costanti critiche dei suoi stessi tifosi e la campagna mediatica attuata contro di lui per screditarne il valore tecnico in questi ultimi mesi, egli ha sempre risposto sul campo con l’unico obiettivo di far tornare grande il Milan.

In allegato una tabella riassuntiva. Le fonti di informazione sono state Opta Sport e http://sport.sky.it/statistiche/calcio/serie_a

 

 

 BACKGROUND

Mattia De Sciglio inizia a giocare a calcio nella squadra dell’oratorio Santa Chiara e San Francesco di Pontesesto, una frazione di Rozzano, comune limitrofo di Milano. Nella stagione 2001-2002 gioca con il Cimiano nella categoria Pulcini e nel 2002, a 10 anni, passa nelle giovanili del Milan. Dopo aver giocato in tutte le categorie giovanili dei rossoneri dagli Esordienti agli Allievi Nazionali, nel 2009 approda alla formazione Primavera con cui vince la Coppa Italia 2009-2010 contro il Palermo.

Nella stagione 2011-2012 viene promosso in prima squadra e sceglie di indossare la maglia numero 52. Esordisce con i rossoneri e nelle competizioni UEFA per club il 28 settembre 2011, a 18 anni subentrando ad Abate. Il 6 dicembre 2011, nella gara di ritorno sempre contro il Viktoria Pilzeň, a qualificazione già acquisita, gioca la sua prima partita da titolare. Il 10 aprile 2012 esordisce in Serie A, giocando dal primo minuto la trasferta della 32ª giornata contro il Chievo, terminando la sua prima stagione con la società milanese con 3 presenze in Serie A e 2 in Champions League.

Viene quindi confermato in prima squadra per la stagione 2012-2013, con il passare delle giornate diventa sempre più un titolare fisso, inanellando ottime prestazioni sia sulla fascia destra che su quella sinistra. Conclude la sua seconda stagione in rossonero con 33 match giocati.

All’inizio della stagione successiva si infortuna al ginocchio sinistro: prima una distorsione durante il ritiro estivo e poi a inizio di settembre del 2013 una lesione a manico di secchia del menisco mediale. A seguito dell’operazione è stato fermo prima per circa due mesi e, dopo aver giocato la partita di campionato contro la Lazio il 30 ottobre 2013, si ferma nuovamente per tutto il successivo mese di novembre a causa di un’infiammazione al ginocchio precedentemente operato.

Anche la stagione 2014-2015 è caratterizzata da numerosi problemi fisici che impediscono a De Sciglio di trovare continuità. Ottiene infatti solo 17 presenze in campionato.

Indossa per la prima volta la fascia di capitano del Milan il 27 settembre 2015 nel corso di Genoa-Milan. Il 6 marzo 2016, a soli 23 anni, raggiunge le 100 presenze con la maglia del Milan. Conclude la sua quinta stagione in prima squadra, durante la quale totalizza 29 presenze totali, disputando da titolare la finale di Coppa Italia, persa 1-0 contro la Juventus.

La stagione seguente vince il suo primo trofeo come professionista, la Supercoppa italiana 2016, nella partita vinta ai rigori contro la Juventus il 23 dicembre 2016 a Doha. In questa occasione indossa anche la fascia di capitano dopo l’uscita dal campo di Abate.

Fonte Foto: Profilo Facebook ufficiale Mattia De Sciglio

NAZIONALE

Il 10 agosto 2012 viene convocato per la prima volta in nazionale maggiore dal CT Cesare Prandelli, in occasione della partita amichevole contro l’Inghilterra ma senza scendere in campo. Esordisce con la Nazionale maggiore il 21 marzo 2013, a 20 anni, giocando dal primo minuto l’amichevole di Ginevra pareggiata per 2-2 contro il Brasile. Viene inserito nella lista dei 23 convocati per la Confederations Cup 2013. Nel corso del torneo disputa da titolare tutte le 3 partite della fase a gironi e successivamente la finale per il 3º posto contro l’Uruguay, vinta dall’Italia ai calci di rigore.

Partecipa al Mondiale 2014, dove per colpa di un infortunio viene schierato unicamente nella terza partita del girone, la sconfitta contro l’Uruguay (1-0) che determina l’eliminazione dell’Italia.

Con il CT Antonio Conte viene impiegato in 7 partite delle qualificazioni a Euro 2016. Partecipa quindi all’Europeo 2016 in Francia, dove ottiene quattro presenze. Nei quarti di finale contro la Germania trasforma l’ottavo calcio di rigore della sfida, che viene però persa dall’Italia.

 

FASE DIFENSIVA

Trova il suo migliore anno a livello difensivo sotto Allegri nel 2012/13 con un maggior numero di duelli vinti, palle recuperate e contrasti rispetto alle altre stagioni con allenatori diversi. Va detto però che in quel campionato il reparto difensivo era composto da compagni migliori rispetto agli attuali.

Col passare degli allenatori l’intensità cala dovuta ad infortuni ed a sviluppi di gioco differenti. Il calcio veloce di Seedorf con terzini poco propensi a difendere; quello di Mihajlovic in cui i valori salgono perché è lo stesso allenatore a chiedere maggiore intensità ed a metterla lui stesso, volendo terzini che spingano ma che allo stesso tempo siano rocciosi in difesa (lo dimostra la cessione di Bruno Peres e il seguente utilizzo di Zappacosta nel Torino). Mentre con Montella, specialista di un calcio a ritmi più bassi, l’intensità viene meno ma si evidenzia il migliore atteggiamento sui duelli aerei grazie anche ad un miglioramento fisico adeguato, con 1,74 duelli vinti a partita in linea con il 2012/13 con Allegri.

Il calo dei valori potrebbe anche essere attribuito ad un fattore sia fisico che psicologico. Riguardo al primo, il calciatore ha subito molti infortuni in questi anni; riguardo al secondo, si è trovato negli ultimi tempi una carenza di concorrenza nel reparto difensivo che può provocare un rilassamento emotivo nel giocatore, e una sorprendente ostilità da parte dell’ambiente rossonero, tifosi, media e chissà se anche all’interno del club.

 

FASE OFFENSIVA

Nel corso delle sue stagioni nel Milan ha diminuito la mole di cross ma ha aumentato la precisione di essi con il 34,15% di realizzazione, +12 punti percentuali rispetto alla sua migliore stagione, quando militava sotto Allegri, dove aveva un 22,73% di cross su azione riusciti.

Stessa valutazione va attuata sui dribbling, ne tenta di meno nell’ultima stagione ma ne riescono di più con il 54,55% di dribbling riusciti.

Le occasioni create sono variate negli anni a seconda degli allenatori: con Allegri ha raggiunto il suo picco perché spinge molto con i terzini grazie anche al fatto di avere un centrocampo ed una difesa molto solidi. Mentre Montella lo preferisce più all’interno della manovra rimanendo abbastanza basso per permettere alle ali e alle mezz’ali e al terzino opposto di spingere molto. Lo confermano le ottime prestazioni di Bonaventura prima e Deloufeu dopo sulla fascia sinistra.

Non segna (0 gol) ma è capace di valorizzare i compagni con assist vincenti. Ad esempio quest’anno De Sciglio ne ha effettuati 2, praticamente al pari di Alex Sandro che ne ha effettuati 3 in una Juventus molto offensiva che ha dominato il campionato.

Complessivamente migliorato negli anni, trovando in Allegri e Montella i tecnici che lo hanno saputo meglio valorizzare.

FASE DI IMPOSTAZIONE

Difensore che tocca molte volte la palla in partita e che produce molti passaggi con percentuali alte di riuscita. Con Montella ottiene l’85,88% di passaggi riusciti, il suo apice in carriera.

Nell’ultima stagione produce 19 passaggi di media a partita per entrambe le metà campo. Segno di un’alta maturità tattica. Solo con Allegri queste cifre vengono ripetute e migliorate nella metà campo offensiva. Mentre con Seedorf vi è un netto divario tra le due metà: 22 offensiva e 16 difensiva, dovuto al calcio tipicamente olandese dell’allenatore.

Le palle perse sono nettamente diminuite col passare dei campionati fino ad arrivare a solo 10,64 a partita con Montella. Con un gioco che lo chiama più a difendere che a spingere. Sintomo anche di un buono sviluppo fisico e di una maggiore esperienza nella lettura delle varie situazioni di gioco.

DISCIPLINA

Calciatore pulito che si è guadagnato pochi cartellini in carriera seppur il ruolo che interpreta è spesso più soggetto a sanzioni disciplinari. Segno che i suoi interventi sono puliti ed efficaci nella maggior parte dei casi. È curioso che detenga il primato di calciatore espulso più velocemente nella Serie A ad inizio partita con soli 43 secondi sul cronometro (in occasione di Napoli – Milan il 3 maggio 2015).

Luigi Pieraccioni

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Scritto da
redazione