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Sarri: “Mi piacciono i complimenti, ma io preferisco vincere. Lo Scudetto? Se siamo rimasti tutti ci sarà un motivo. E su ADL e Reina…”

Il tecnico del Napoli Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista ai colleghi de Il Corriere della Sera, analizzando questi primi giorni di ritiro in Trentino in quel di Dimaro. Queste le sue parole, raccolte dalla redazione di SpazioNapoli.

Critiche. “Se mi fossi fatto condizionare non avrei mai continuato. Sono stato bravo a rialzarmi tutte le volte che ho preso uno schiaffo. Certo, se mi avessero detto dieci anni fa che avrei giocato in Champions mi sarei fatto una risata; e invece…Scudetto? È presto per dirlo, ma se siamo rimasti a Napoli è perché sappiamo di poter dare di più dello scorso anno. Probabilmente cambieranno le gerarchie del campionato, le milanesi si stanno rinforzando bene: mi incuriosisce il lavoro di Spalletti”.

Complimenti. “Dipende da chi arrivano, se arrivano da grandi come Sacchi e Lippi è un grande orgoglio. Però servono i riscontri in campo. Meglio vincere che ricevere attestati di stima. Le critiche? Se arrivano da competenti che capiscono il mio lavoro, ci rifletto. Se anche fanno male, ci stanno. Il mormorio di chi non mi conosce mi scivola addosso. Non si tratta di essere permalosi, almeno nel mondo del lavoro. Mi hanno dato anche molte etichette, quella dei 33 schemi è davvero banale”.

Rapporto con ADL, mercato e futuro. “De Laurentiis va accettato per quello che è, si è reso conto che le sue reazioni sono momentanee. Basta giusto lasciarlo sbollire; ho iniziato quando mi volevano diverse squadre e quando sembrava tutto chiuso per il Milan, è venuto a prendermi. Io pure mi arrabbio, quando non mi piace la prestazione della squadra. La superficialità non la posso sopportare. Il mercato? Io sono un uomo di campo, non mi sprecherei a fare altro. Non mi interessa e non mi piace il mercato, ma mi fido di Giuntoli. In futuro mi piacerebbe provare ad andare in Spagna o Francia; in Italia siamo troppo indietro, giocare alle 12.30 fa incavolare il 98% dei calciatori”.

Reina e Donnarumma. “Quando sono iniziate a circolare voci sul suo futuro mi hanno chiamato in molti, volevano notizie. Così capisci quanto Pepe sia importante per questa squadra. Donnarumma? Guadagnare quelle cifre a 18 anni è normale per un talento così. Mi auguro che abbia la giusta mentalità”.

La forza del gruppo. “Sono cresciuti tutti in questi due anni. Se dovessi dare un nome direi Insigne, il miglior italiano nel suo ruolo”.

Impegno in Germania. “Ci aspetta l’Audi Cup, Ancelotti ha vinto tutto, Simeone ha una filosofia opposta alla mia e Klopp mi intriga. In Italia chi dà grande impronta è Giampaolo”.

Articolo modificato 8 Lug 2017 - 07:59

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