Alzi la mano chi non fece un plauso al Napoli quando, nel mercato di riparazione del 2016, acquistò Alberto Grassi dall’Atalanta per la cifra, importante per un giovane allora ventunenne, di 10 milioni di euro.
Certo, molti si aspettavano – con una squadra in lotta per lo scudetto – altri tipi di acquisti in quel mese di gennaio. Ma quello di Grassi venne etichettato alla voce “progetto giovani”: l’operazione era potenzialmente buona, non si è rivelata tale per una serie di concause sfortunate.
PRONTI VIA, CHE SFORTUNA
L’infortunio innanzitutto: il giovane Alberto si rompe il menisco al suo primo allenamento a Castel Volturno. Un episodio che ha probabilmente segnato in maniera irreversibile la sua storia con il Napoli. Che, altro aspetto da sottolineare, è allenato da un tecnico che pretende la perfetta conoscenza del suo calcio prima di lanciare un calciatore nella mischia. Lo ha sperimentato, sulla sua pelle, anche Marko Rog. E all’epoca, con un Napoli campione d’inverno, sarebbe stato difficilissimo imporsi in squadra per chiunque, a maggior ragione per un giovane che dovette fermarsi un mese.
La storia di Alberto Grassi in azzurro sembra al capolinea. Il Napoli lo ha dato in prestito l’anno scorso, proprio all’Atalanta, farà lo stesso quest’anno, mandandolo a giocare probabilmente al Chievo Verona. In questo lasso di tempo ovviamente, il prezzo del giocatore si è dimezzato. Probabile quindi che il club decida di ammortizzare il suo investimento arrivando alla scadenza del contratto, nel 2020, mandandolo in prestito in giro per l’Italia, puntando sul naturale ammortamento del costo a bilancio. A meno che non ci sia qualche club che decida di puntare su di lui e di pagarlo, bene, al Napoli. Una situazione che, al momento, sembra lontana dal verificarsi.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano