Giaccherini, le difficoltà per la cessione sono riconducibili ad una ragione ben precisa

Per smuovere il mercato in entrata è necessario sacrificare una pedina e liberare un posto in rosa. Il nome più indicato e che meno rientra nel progetto tattico del Napoli sembra essere Emanuele Giaccherini. Un’avventura, la sua a Napoli, meno felice delle precedenti.

Solo 19 presenze (16 in Serie A, 1 in Coppa Italia, 2 in Champions League) in cui ha evidenziato una discreta difficoltà ad entrare appieno nella logica tecnico-tattica degli azzurri, al di là dello scarno bottino di 2 gol realizzati.

Dopo una buona stagione con la casacca rossoblù del Bologna e soprattutto dopo gli ottimi spunti offerti ad Euro 2016,  l’esterno si è guadagnato la fiducia del Napoli, che lo ha acquistato nell’estate 2016 per 2 milioni di euro.

Quello che pesa, però, oggi, non è l’uscita economica relativa all’acquisto del calciatore, quanto il valore del contratto triennale che il calciatore ha firmato a suo tempo: 1,5 milioni di euro a stagione, fino all’estate del 2019.

Questo il nodo della vicenda: Giaccherini ha un ingaggio pesante, troppo pesante per i club che gradirebbero le sue prestazioni. Il Napoli dovrebbe pagare parte dello stipendio del giocatore, così da incentivare un acquisto da parte delle pretendenti. Oppure dovrebbe essere il calciatore a ridurre le proprie pretese di ingaggio per trasferirsi in una realtà che gli lascerebbe più spazio.

La questione non è facile da risolvere. Resta chiaro che la ricerca di un altro esterno oltre a Ounas, la corte vana fatta all’Osasuna per Berenguer (poi arrivato al Torino), la suggestione Chiesa sono indizi chiari che la società non punta più sulle giocate del folletto di Bibbiena.

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