Un cuore francese tatuato d’azzurro: Alain Boghossian a Napoli è diventato uomo e calciatore, prima di alzare addirittura la Coppa del Mondo con la sua Francia nel 1998. Ricordi indelebili quelli che legano l’ex centrocampista al Napoli: tutta da leggere la sua intervista concessa all’edizione odierna de Il Mattino, di cui vi proponiamo qui alcuni stralci.
“Cerco di guardare sempre le partite della formazione di Sarri, lo spettacolo è assicurato. A Napoli ho ancora un bel po’ di amici, come sta Pino Taglialatela?”
“Il lavoro che sta portando avanti il tecnico è semplicemente straordinario. Ha di fatto cancellato le teorie sul calcio italiano incentrate sul catenaccio. Per noi è la migliore squadra del campionato, una delle prime in Europa. Io, se posso, vedo il Napoli e non il Psg. A livello di gioco non c’è paragone. Certo, a livello di singoli a Parigi ci sono fior di campioni perché lo sceicco ha possibilità finanziarie illimitate. Ma se vedi giocare il Psg ti annoi: ritmo basso, circolazione lenta della palla, poche accelerate, poi è chiaro che quando la palla finisce tra i piedi del fuoriclasse, arriva la giocata decisiva. Credetemi, il Napoli è molto più divertente”.
“Il Nizza? Ho commentato spesso questa formazione nella passata stagione. Per tre quarti di campionato i calciatori di Favre sono stati bravissimi ma in primavera hanno accusato la fatica. L’errore più grande è stato mollare l’Europa League, pensavano di vincere il titolo ma con la rosa ristretta hanno pagato dazio da una parte e dall’altra. Il Nizza si è indebolito con troppe cessioni illustri, l’arrivo di Snejder non compensa le partenze. La squadra della passata stagione era più competitiva”.
“Favre gioca in un modo abbastanza simile a quello di Sarri, nel senso che anche i francesi amano tenere il pallone tra i piedi e possibilmente comandare il gioco. A volte ci riescono perché hanno questo Seri (molto vicino a trasferirsi alla Roma il mese scorso) che è l’elemento più rappresentativo: ha caratteristiche simile a Verratti, un signor centrocampista. Se blocchi lui, gli altri si inceppano. Se gli azzurri giocano al massimo delle loro potenzialità in casa e in trasferta, andranno avanti in Champions. Non sarà però una passeggiata”.