LAVAGNA TATTICA – Le armi del Nizza: cambi di gioco continui e duelli in corsie laterali. Poco pressing in zone alte e tanti errori della linea a quattro
Si avvicina la sfida tra Napoli e Nizza, in programma oggi, 16 agosto. Gara valida per l’andata dei preliminari di Champions League. L’urna ha riservato agli azzurri l’avversario forse peggiore, vista la buona stagione disputata lo scorso anno dagli uomini di Favre, ma anche per la tanta qualità dei singoli a disposizione del tecnico svizzero. Lo schieramento tipico degli Aquilotti prevede una difesa a quattro, due uomini in mediana, tre trequartisti (due molto larghi) e una prima punta. Un sistema di gioco ben conosciuto da molti calciatori dell’attuale Napoli, così come anche dai tifosi. Il 4-2-3-1 è stato, infatti, il sistema utilizzato nel biennio partenopeo da parte di Benitez. In ogni caso, il Nizza ha dalla sua tantissime armi pericolose, ma anche molti punti deboli.
Gli uomini di Favre preferiscono far partire l’azione sempre con una circolazione di palla bassa, sfruttando gli smarcamenti in ampiezza dei due difensori centrali, l’abbassamento dei due centrocampisti e la salita in profondità dei terzini:
SOLUZIONI IN FASE DI POSSESSO
Superato il primo possesso basso, il Nizza basa su tre opzioni lo sviluppo successivo della manovra offensiva: 1) continui cambi di gioco per creare superiorità numerica in corsia laterale; 2) imbucate centrali per i tre trequartisti che si abbassano per ricevere sul corto; 3) scorrimenti orizzontali in zone alte per arrivare all’1vs1 in fascia:
1 – CAMBI DI GIOCO:
2 – IMBUCATE CENTRALI:
3 – SCORRIMENTI ORIZZONTALI ALTI:
FASE DI NON POSSESSO
Nonostante la tendenza a credere che il Nizza sia carente in fase di non possesso per una maggiore propensione offensiva, analizzando attentamente le gare del club francese si nota che, sì, ci sono tante difficoltà soprattutto in difesa, ma anche che Favre lascia molto spazio alla manovra avversaria in zone basse, evitando un pressing alto: si preferisce una maggiore compattezza bassa, senza portare pressing nella metà campo avversaria. Gli stessi terzini hanno l’ordine di non aggredire gli esterni avversari, ma lasciare tale compito ai trequartisti esterni in ripiegamento:
Conseguenza di questo atteggiamento è un recupero palla quasi esclusivamente ottenuto in zone medio-basse, mentre si va al recupero palla in zone più alte se la squadra è sotto nel punteggio e il tempo si riduce. Le due slide lo dimostrano alla perfezione:
Conseguenza del tempo che si riduce e quindi delle possibilità di recuperare il match che si dimezzano sono anche i palloni persi. Se nel primo tempo il Nizza perde tanti possessi anche in zone medio-basse, nella ripresa, con l’intensità di gioco nella metà campo avversaria che aumenta, gli uomini di Favre perdono tantissimi palloni in zone altissime, e quasi esclusivamente zone centrali. Questo dato è significativo: è, infatti, in quelle zone che il Nizza prova a sviluppare il gioco e a creare le rifiniture giuste per andare a rete:
ERRORI DIFENSIVI
Come detto, la compattezza del Nizza non è in discussione. Probabilmente la ricerca di tale compattezza è dettata dalle scarse capacità individuali in fase di non possesso dei difensori a disposizione di Favre. Sono tanti, infatti, gli errori commessi dalla linea a quattro degli Aquilotti:
PALLE INATTIVE A FAVORE
Una delle qualità degli uomini di Favre è sicuramente la capacità di sfruttare le palle inattive. Il tutto favorito dalla buona fisicità dei difensori centrali. Le due prossime slide si concentrano esclusivamente sui calci d’angolo da destra e da sinistra:
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